Ecco la mia proposta! Ho virato verso la storia romana dato che la conosco abbastanza bene.
Spoiler:
Ero indeciso fra un paio di episodi: l'altro finalista era la congiura di Catilina. Avrei voluto mostrare come in realtà non sia mai avvenuta davvero, e che la storia che ci è stata raccontata in seguito da Sallustio sia il risultato di un'efficacissima serie di mosse politiche da parte di Cicerone, che ha eliminato un oppositore politico un po' estremista (Catilina), costringendolo a combattere apertamente contro Roma a Pistoia e facendolo così morire da traditore, il tutto senza che costui abbia effettivamente ordito una congiura.
Alla fine invece ho optato per un altro episodio, che a mio parere ha condotto a esiti ben più importanti nella storia di Roma rispetto a quanto generalmente viene riconosciuto. Dunque, nell'esercito romano repubblicano non poteva entrare chiunque. Si supponeva che chi era disposto a combattere per Roma lo facesse perché aveva qualcosa da difendere, quindi originariamente si richiedeva che i legionari potessero almeno permettersi di pagare l'equipaggiamento, il che non era da tutti: dovevano infatti acquistare un elmo pesante con paraguance rimuovibili, un'armatura pettorale molto pesante, una cotta di maglia, diversi strati di abiti da indossare sotto l'armatura (dato che potevano essere spostati in fretta da un luogo caldo a uno freddo senza preavviso), uno scudo enorme e pesante, una lancia (prima l'hasta, più grezza, poi il pilum, più leggero da lanciare ma monouso), una daga (il gladio), poi diversi tipi di scarpe, dai sandali agli stivali pesanti. Questo, unito al fatto che Roma non era proprio una repubblica pacificissimissima, fece sì che numerose e spesso lunghe guerre in posti orrendi, senz'acqua e con scarso cibo, portarono più volte a un calo dei reclutamenti. Per ovviare a questo problema, anziché ridurre le guerre si risorse più volte ad abbassare i costi per il reclutamento, e conseguentemente la ricchezza necessaria per essere legionari. Questo perché classi più povere potevano avere più bisogno del salario fisso. Una manovra di questo tipo fu attuata ad esempio durante la seconda guerra punica (fine del terzo secolo prima dell'era corrente, per intenderci), e l'afflusso di nuove reclute che portò, insieme a una dubbia decisione strategica da parte di Annibale (i famosi ozi di Capua), vinse la guerra per Roma malgrado delle disfatte disastrose sul campo.
Dove vado a parare? Ah, sì, Roma continuò a fare guerre di qua e di là. Alla fine del secondo secolo, era impegnata in una guerra contro Giugurta, in Numidia (attuale Algeria). Per una serie di ragioni (la paga scarsa, le strategie romane che non venivano aggiornate dalle guerre puniche, una serie di conflitti politici in senato, la sabbia che è ruvida e si infila dappertutto), questa guerra stava andando abbastanza male, perché non moltissima gente si arruolava. Così, il console Gaio Mario attuò una mossa militare e politica astutissima, che gli avrebbe portato un successo incredibile e di cui poi non avrebbe pagato le conseguenze perché sarebbe morto prima. Era il 107, e Mario promulgò una riforma dell'esercito, che tra le altre cose aprì il reclutamento a tutti i cittadini romani, compresa la categoria che finora ne era esclusa: i capite censi. Il loro nome significa "coloro che vengono contati solo per la testa", ossia coloro che possiedono solo se stessi, i nullatenenti. Ovviamente capirete che se a un nullatenente veniva proposto un lavoro abbastanza ben pagato e con prospettive di carriera strepitose, avrebbe accettato senza pensarci. Così Roma ebbe un enorme influsso di reclute con cui vinse la guerra, mentre Mario ottenne un prestigio sia senatoriale che popolare impareggiato.
Il primo punto della mia carta rappresenta dunque i reclutamenti rapidi da poter schierare subito, mentre l'emblema sta ad indicare che questa riforma rimase valida per tutta la storia romana.
Il secondo punto indica la facilità con cui Mario poté governare grazie al sostegno popolare che ebbe, ma non è un emblema perché durò solo per un periodo, fino all'avvento del suo arcinemico Silla.
Il terzo punto sta invece a rappresentare le conseguenze di questa riforma: prevedibilmente, l'appartenenza all'esercito di soldati che combattevano solo per guadagnare, rese le legioni non più fedeli al senato e poi all'imperatore, ma all'onnipotente Denario. Dalla tarda repubblica in poi, infatti, si susseguirono sempre più frequentemente periodi di scontri fra legioni, le quali sostenevano diverse personalità politiche che promettevano di pagarle di più. E poi voltafaccia, tradimenti, corruzione alle stelle... Si giunse ad un periodo di 50 anni, nel terzo secolo era corrente, che viene oggi chiamato anarchia militare. In questo periodo, praticamente ogni legione eleggeva costantemente un proprio candidato imperatore, e si scontrava con le altre con la promessa di più soldi, e ancora più soldi. In questo trambusto di decine di candidati imperatori per volta, un ormai insignificante senato proponeva un proprio candidato, che veniva immediatamente assassinato dalla guardia pretoriana se non prometteva ad essa onori e salari ancora maggiori. L'esempio più lampante fu quello di Massimino il Trace, nominato ufficialmente imperatore senza essere mai stato a Roma ed essere stato solo un soldato per tutta la vita. Nel frattempo arrivarono le invasioni barbariche, che trovarono Roma con le braghe calate. La riforma di Mario, probabilmente inevitabile (se non l'avesse fatto lui lo avrebbe certamente fatto qualcun altro), aveva però dato inizio a una sorta di mercenarismo delle legioni, che avrebbe poi condotto, quattro secoli dopo, al definitivo declino di Roma.
Il terzo punto, dunque, rappresenta come i legionari vogliano soldi, e se non li paghi ti attaccano. Anche questo è un emblema perché è degenerato fino alla fine di Roma.
Alla fine invece ho optato per un altro episodio, che a mio parere ha condotto a esiti ben più importanti nella storia di Roma rispetto a quanto generalmente viene riconosciuto. Dunque, nell'esercito romano repubblicano non poteva entrare chiunque. Si supponeva che chi era disposto a combattere per Roma lo facesse perché aveva qualcosa da difendere, quindi originariamente si richiedeva che i legionari potessero almeno permettersi di pagare l'equipaggiamento, il che non era da tutti: dovevano infatti acquistare un elmo pesante con paraguance rimuovibili, un'armatura pettorale molto pesante, una cotta di maglia, diversi strati di abiti da indossare sotto l'armatura (dato che potevano essere spostati in fretta da un luogo caldo a uno freddo senza preavviso), uno scudo enorme e pesante, una lancia (prima l'hasta, più grezza, poi il pilum, più leggero da lanciare ma monouso), una daga (il gladio), poi diversi tipi di scarpe, dai sandali agli stivali pesanti. Questo, unito al fatto che Roma non era proprio una repubblica pacificissimissima, fece sì che numerose e spesso lunghe guerre in posti orrendi, senz'acqua e con scarso cibo, portarono più volte a un calo dei reclutamenti. Per ovviare a questo problema, anziché ridurre le guerre si risorse più volte ad abbassare i costi per il reclutamento, e conseguentemente la ricchezza necessaria per essere legionari. Questo perché classi più povere potevano avere più bisogno del salario fisso. Una manovra di questo tipo fu attuata ad esempio durante la seconda guerra punica (fine del terzo secolo prima dell'era corrente, per intenderci), e l'afflusso di nuove reclute che portò, insieme a una dubbia decisione strategica da parte di Annibale (i famosi ozi di Capua), vinse la guerra per Roma malgrado delle disfatte disastrose sul campo.
Dove vado a parare? Ah, sì, Roma continuò a fare guerre di qua e di là. Alla fine del secondo secolo, era impegnata in una guerra contro Giugurta, in Numidia (attuale Algeria). Per una serie di ragioni (la paga scarsa, le strategie romane che non venivano aggiornate dalle guerre puniche, una serie di conflitti politici in senato, la sabbia che è ruvida e si infila dappertutto), questa guerra stava andando abbastanza male, perché non moltissima gente si arruolava. Così, il console Gaio Mario attuò una mossa militare e politica astutissima, che gli avrebbe portato un successo incredibile e di cui poi non avrebbe pagato le conseguenze perché sarebbe morto prima. Era il 107, e Mario promulgò una riforma dell'esercito, che tra le altre cose aprì il reclutamento a tutti i cittadini romani, compresa la categoria che finora ne era esclusa: i capite censi. Il loro nome significa "coloro che vengono contati solo per la testa", ossia coloro che possiedono solo se stessi, i nullatenenti. Ovviamente capirete che se a un nullatenente veniva proposto un lavoro abbastanza ben pagato e con prospettive di carriera strepitose, avrebbe accettato senza pensarci. Così Roma ebbe un enorme influsso di reclute con cui vinse la guerra, mentre Mario ottenne un prestigio sia senatoriale che popolare impareggiato.
Il primo punto della mia carta rappresenta dunque i reclutamenti rapidi da poter schierare subito, mentre l'emblema sta ad indicare che questa riforma rimase valida per tutta la storia romana.
Il secondo punto indica la facilità con cui Mario poté governare grazie al sostegno popolare che ebbe, ma non è un emblema perché durò solo per un periodo, fino all'avvento del suo arcinemico Silla.
Il terzo punto sta invece a rappresentare le conseguenze di questa riforma: prevedibilmente, l'appartenenza all'esercito di soldati che combattevano solo per guadagnare, rese le legioni non più fedeli al senato e poi all'imperatore, ma all'onnipotente Denario. Dalla tarda repubblica in poi, infatti, si susseguirono sempre più frequentemente periodi di scontri fra legioni, le quali sostenevano diverse personalità politiche che promettevano di pagarle di più. E poi voltafaccia, tradimenti, corruzione alle stelle... Si giunse ad un periodo di 50 anni, nel terzo secolo era corrente, che viene oggi chiamato anarchia militare. In questo periodo, praticamente ogni legione eleggeva costantemente un proprio candidato imperatore, e si scontrava con le altre con la promessa di più soldi, e ancora più soldi. In questo trambusto di decine di candidati imperatori per volta, un ormai insignificante senato proponeva un proprio candidato, che veniva immediatamente assassinato dalla guardia pretoriana se non prometteva ad essa onori e salari ancora maggiori. L'esempio più lampante fu quello di Massimino il Trace, nominato ufficialmente imperatore senza essere mai stato a Roma ed essere stato solo un soldato per tutta la vita. Nel frattempo arrivarono le invasioni barbariche, che trovarono Roma con le braghe calate. La riforma di Mario, probabilmente inevitabile (se non l'avesse fatto lui lo avrebbe certamente fatto qualcun altro), aveva però dato inizio a una sorta di mercenarismo delle legioni, che avrebbe poi condotto, quattro secoli dopo, al definitivo declino di Roma.
Il terzo punto, dunque, rappresenta come i legionari vogliano soldi, e se non li paghi ti attaccano. Anche questo è un emblema perché è degenerato fino alla fine di Roma.
Sotto spoiler se volete sentirmi sproloquiare per interi paragrafi di gente morta e sepolta