Il fatto è che il tuo stile grafico è più curato e interessante di Cockatrice, e questo è un plus. Però Cocka è così sfruttata proprio perché consente di testare fast senza fronzoli, e permette il gioco anche in ambienti o spazi dove potrebbe risultare scomodo parlare. Obbligando a parlare, limiti le potenzialità del tuo prodotto. Sono solo opinioni, ma prova a pensare: chi gioca in aula, chi in treno, chi nelle pause del lavoro, chi la notte con altre persone in stanza... Non sempre posso parlare. Non sempre VOGLIO parlare. Chi gioca su Internet lo fa anche per poter fare altre cose mentre si fa un paio di mani a Magic.
Questione click risparmiati: vero, ma mille click mi stancano meno di cento trascinate del mouse. Può sembrare pigro, ma è così. E il tunnel carpale ne giova. Anche Arena ha un sistema misto fatto di click e interazioni col cursore, e gira molto bene per me, perché ognuno sceglie come gli pare.
Quando si tornerà in real, allora il tuo programma (ben fatto) dovrà confrontarsi con Cockatrice. Arena sarà per forza di cose “oltre”. Perché dovrei allora preferire il tuo a Cockatrice, se Cocka mi consente, a scapito di una veste grafica meno affascinante, di essere:
1) Più rapido
2) Meno totalizzante
3) Con un bacino d’utenza maggiore, perché non importa la nazionalità, bastano poche frasi convenzionali in Inglese, invece che cercare di capire l’Inglese di un russo o di un giapponese
Non vogliono essere sfottò, solo modi per provare a darti consapevolezza su alcuni limiti nei quali, col tempo, potresti incorrere. Sono a favore di esperienze nuove, ma queste devono essere sapientemente ponderate, e soprattutto lasciare scelta all’utente finale che, come recita il vecchio adagio, purtroppo ha sempre ragione.
Consigli e suggerimenti non devono essere per forza accettati a prescindere ma nemmeno bollati come non validi a priori.
Non seguo il tuo Discord quindi non ho idea della risposta dell’utenza lì. Se però non è la prima volta che senti questo genere di opinioni, potrebbe essere interessante ragionarci su, magari trovando un compromesso. Chi scrive, e “perde tempo” per farlo, lo fa perché crede nel progetto e spera di vederlo migliorato!