kyogre
Spoiler:
Magic 2033 - The Magic Will Go On
Un racconto di Kyogre
Parte prima - "Ricordi"
Jace Beleren aveva dormito poco e male. D’altra parte, non riusciva nemmeno a ricordare quando era stata la sua ultima notte senza sogni. Ormai ci era abituato. Alzatosi senza fatica, rimase per qualche istante in piedi ad osservarsi nello specchio appeso alla parete opposta al letto: gli occhi grigi dell’immagine riflessa ricambiarono il suo sguardo stanco, ormai privi della luce azzurra che li aveva animati anni prima. Si passò una mano sul mento, accarezzando la barba incolta. Da quanto tempo non si radeva? Non riusciva a ricordare nemmeno quello. Eppure c’era stato un tempo in cui amava accarezzarsi il mento liscio, perfettamente depilato, lo stesso in cui la sua fronte non era segnata dalle rughe e i suoi capelli erano folti e castani, senza sfumature argentee. L’immortalità non gli era mai interessata, da giovane credeva che avrebbe tolto divertimento al meraviglioso gioco della vita, mentre adesso… Non trovava nemmeno un motivo valido per continuare ad aspettare pazientemente la morte, di sicuro non voleva attenderla all’infinito. Si affacciò alla finestra, per osservare un’alba che ormai gli sembrava solamente un beffardo scherzo della natura: un’enorme sole splendente stava ergendosi sopra un mondo ormai spento, che di colori e luminosità pareva non volerne più sapere. All’orizzonte, solo palazzi distrutti, statue frantumate, strutture architettoniche dalle caratteristiche più disparate cadute le une sulle altre, strade ridotte a un colabrodo di crateri. In lontananza, le un tempo mastodontiche arcate della Passeggiata Transgilda giacevano in macerie, un triste ricordo del loro antico splendore. Ravnica era distrutta, collassata su sé stessa. Venti anni prima, Jace aveva fermato con i suoi poteri telepatici uno scontro mortale tra i dieci campioni delle Gilde ed era diventato il nuovo Patto delle Gilde vivente, ma non era bastato.
All’inizio tutto era sembrato andare per il meglio: persino Niv-Mizzet, il parun fondatore e capo della Gilda Izzet, si era dovuto sottomettere ai nuovi poteri che il giovane Planeswalker aveva acquisito, ritirando i suoi piani bellicosi contro Selesnya, ma le Gilde si stancarono ben presto della rinnovata pace. Tutti i capigilda vedevano Jace semplicemente come un ostacolo, da aggirare o distruggere: ogni sua più piccola mancanza o distrazione produceva reazioni a catena sempre più violente, fino a sfociare in vere e proprie faide urbane. Di lì a poco, Jace si ritrovò braccato da tutti i campioni delle Gilde, mandati dai loro padroni per prendere la sua testa. Il Patto delle Gilde era già stato spezzato in passato, non sarebbe stato difficile infrangerlo di nuovo… Questa volta bastava ucciderlo.
Il terrore che aveva provato in quel periodo gli era rimasto impresso nella mente: nonostante già allora potesse considerarsi uno degli esseri più potenti del Multiverso, essere costantemente in fuga da pericoli e avversari ogni volta diversi lo aveva segnato: per lui non c’erano più posti sicuri a Ravnica, un intero piano gli si stava rivoltando contro, persino i Senza Gilda, che inizialmente lo avevano accolto e protetto, decisero che dare asilo al mago mentale era un rischio troppo grande e lo cacciarono. Alla fine, durante uno scontro troppo pericoloso persino per lui, a Jace non rimase altro da fare che andarsene dalla Città delle Gilde, la sua casa adottiva, il piano che aveva giurato di proteggere con tutte le sue forze dopo gli eventi del Labirinto Implicito. D’altra parte, i fatti avevano dimostrato che la città più grande del Multiverso conosciuto, nonostante avesse bisogno di lui, non aveva più intenzione di tollerare la sua presenza. Ironia della sorte, subito dopo essere diventato il nuovo Patto delle Gilde aveva pensato che Ravnica meritasse ben più di lui come guida… Quanto si era sbagliato.
Da quel momento, Jace si era dedicato alla ricerca di un nuovo luogo da poter chiamare casa, che però si era rivelata ben più difficile del previsto. Pareva che tutti i piani che poteva raggiungere stessero attraversando un periodo di profonda crisi: guerre, catastrofi, tempeste di mana, non c’era più un luogo tranquillo nel Multiverso, che stava rapidamente collassando, proprio come era successo a Ravnica.
Jace si riscosse: non voleva pensare alle drammatiche avventure che aveva vissuto nei dieci anni di peregrinaggio fra i piani… I suoi occhi si erano riempiti di morte così tante volte che un uomo normale non avrebbe nemmeno sopportato il peso di quei ricordi. Distolse lo sguardo dalla finestra e vi volse le spalle. Mentre si avviava verso la cucina per consumare la sua abituale colazione frugale, fatta di quel poco di commestibile che ancora si poteva trovare in un mondo in rovina, il suo sguardo si soffermò su un foglio di carta appoggiato su una cassettiera polverosa. Sulla pagina erano raffigurati lui e Chandra, entrambi sfavillanti nelle loro tenute da battaglia, circondati da un’aura di fuoco ed acqua, schierati fianco a fianco come non avrebbero mai più potuto essere… “ARGH!” urlò. Si appoggiò con i gomiti alla cassettiera e si tenne la testa con le mani. Ricordi, ricordi, ricordi! Basta, nelle ultime settimane si stava soffermando troppo sul passato. E pensare che un tempo li adorava, i ricordi. Sapeva sfruttare i suoi come punti di forza e quelli altrui per creare debolezze nelle menti dei suoi avversari… Ma adesso nelle reminescenze della sua mente c’erano solo dolore e malinconia.
Consumato il primo pasto della giornata, Jace ispezionò la dispensa: fortunatamente c’era ancora cibo a sufficienza, non sarebbe stato psicologicamente in grado di andare ad approvvigionare le sue provviste, quel giorno. A Ravnica gli esseri viventi in circolazione erano ormai pochi e quasi tutti erano reietti disillusi come lui, senza alcuna speranza per il futuro, che si lasciavano vivere, stanchi e sfiancati dalla lunga guerra fra Gilde a cui avevano assistito, salvatisi per miracolo… O per uno scherzo del demonio, a seconda dei punti di vista. Ma nonostante questo, la ex città delle Gilde rimaneva ancora un posto pericoloso, forse più che prima della guerra. La mancanza di aspettative per il futuro aveva aumentato enormemente la criminalità presente sul piano, sempre se di criminalità si poteva parlare, non esistendo più nessuna legge ad esclusione di quella del più forte. A volte ancora si chiedeva perché era tornato. Soltanto per assistere alla lenta fine di quella che un tempo era fiero di chiamare casa? Non lo sapeva. Dopo un lungo periodo di peregrinazioni nel Multiverso, aveva avvertito nel suo cuore un bisogno fisiologico di tornare su Ravnica, nonostante fosse ben conscio di ciò a cui stava tornando incontro. Fatto stava che era tornato. Ed erano anni che non se n’era più andato.
Si sedette su una poltrona che era riuscito a trovare fra le macerie di una cancelleria Azorius ed iniziò a leggere. Aveva già letto quel poderoso trattato sulla magia blu almeno venti volte, ma non gli importava. Far scorrere il suo sguardo su quelle file di simboli neri d’inchiostro lo liberava dai pensieri, lo trasportava in un’altra dimensione, lo faceva sentire meno solo. E quello era l’importante.
Quando Jace alzò lo sguardo dalle pagine ingiallite il sole stava già tramontando. Chiuse delicatamente il tomo e lo ripose su una mensola. Le difese magiche che aveva deciso di erigere periodicamente intorno alla casa che aveva scelto come rifugio gli consentivano di passare intere giornate in tranquillità, senza doversi preoccupare di difendersi dagli attacchi dei delinquenti che infestavano Ravnica. Chissà come sarebbero state le sue giornate, se avesse dovuto continuamente difendersi dagli attacchi di Viashini affamati. Sorrise. Forse un giorno avrebbe provato. Andò in camera da letto, si svestì e si coricò senza cenare. Si stese sul materasso e fissò il soffitto. Riguardo a quei Viashini… forse un po’ gli mancava l’avventura, il pericolo, l’adrenalina. Cose che in gioventù lo spaventavano, ma che in fondo, col senno di poi, lo avevano fatto sentire più di una volta vivo e pieno di energia. E quanto tempo era che non viaggiava fra i piani? Prima di morire insieme a Ravnica avrebbe cercato di visitare almeno un altro mondo, possibilmente che non si avviasse verso la distruzione, ma ce n’erano ancora? Da quello che aveva potuto constatare la risposta era no, ma… Bah, stava solo delirando. Chiuse gli occhi e liberò la sua mente dai pensieri. Il sonno arrivò poco dopo, seguito immediatamente dagli incubi che non smettevano di tormentarlo nemmeno per una notte.
Sognò il Multiverso. Effimeri ricordi di ciò che era stato e traumatiche visioni di ciò che era. Tezzeret, con cui aveva collaborato. Liliana, avvenente negromante che aveva creduto di amare. Garruk, che la inseguiva per farsi liberare dalla maledizione del Velo. Dominaria, il primo piano ad essersi avviato verso la fine. Gideon Jura, che aveva combattuto fino alla fine con i Senza Gilda su Ravnica. Lorwyn, il piano delle favole, e la Landa Tenebrosa, il mondo oscuro e pericoloso nel quale si era tramutato. Ajani, il Leonin dalla pelliccia bianca e dal cuore d’oro. Elspeth Tirel, impavida guerriera che non era mai riuscita a rinfoderare per sempre la sua spada. Emmara, l’elfa di Selesnya che lo aveva preso molto a cuore. Niv-Mizzet che metteva Ravnica a ferro e fuoco scontrandosi con gli altri parun. Nissa Revane, che cercava di salvare Zendikar dagli immani mostri che avevano deciso di cibarsene. Nuova Alara, che non aveva sopportato la riunificazione dei cinque frammenti e si era ritrovata in guerra. Chandra… E gli Eldrazi che se la portavano via. Un giovane Jace Beleren che tentava di salvarla, invano. Il sorriso beffardo di Nicol Bolas, il megalomane drago antico, che si compiaceva dei fallimenti del ragazzo. “Debole”, lo aveva chiamato. E anche contro di lui non aveva potuto fare niente. “Debole”. Lo era davvero stato? E dopo venti anni, che cosa era diventato? “Debole.” Rivide ancora Chandra, mentre veniva scagliata in un portale planare da Emrakul, il più potente degli Eldrazi. “Debole.”
Si svegliò con la fronte madida di sudore, il corpo scosso da violenti tremiti. Sì, era arrivato il momento di viaggiare di nuovo. E i Planeswalkers avevano una concezione del tutto particolare della parola “viaggio”. Se c’era ancora qualcuno nel Multiverso a cui poteva dimostrare chi era lo Scultore di Menti, l’avrebbe trovato.
Rovistò nel cassettone dove teneva quei pochi vestiti che aveva deciso di conservare, fino a trovare, appallottolata sul fondo, la sua vecchia e logora veste blu con mantello e cappuccio abbinati, memore di mille avventure. Non aveva mai compiuto un viaggio interplanare senza quella veste, perciò si sentiva in dovere di compiere anche quell’ultimo atto di ribellione con quegli abiti. Si vestì, allacciò il mantello sulle spalle, tirò su il cappuccio e andò a guardarsi allo specchio. Non sembrava nemmeno la stessa persona della sera precedente: stavolta lo sguardo dell’uomo nel riflesso era determinato, con un accenno dell’antica vitalità azzurra nel mare grigio dell’iride. Tornò a rovistare nel cassettone e trovò una borsa di pelle ancora in buona condizioni e se la mise a tracolla, poi iniziò a girare per la casa alla ricerca di oggetti utili da potersi portare dietro: una pagnotta, una borraccia piena d’acqua, il suo diario su cui erano segnate tutte le magie che aveva imparato nel corso degli anni, qualche moneta d’oro e poco altro. I suoi poteri avrebbero fatto il resto, sperava. Infilò in una tasca anche il ritratto di lui e Chandra, senza un motivo ben preciso. Chissà, forse l’avrebbe ritrovata… “NO!” Di nuovo… Doveva partire, e in fretta, non sarebbe rimasto un secondo di più a farsi tormentare dal passato. Recuperò la concentrazione e chiuse gli occhi. Sì, lo sentiva. Il Mana, il potere del Multiverso, scorreva dentro di lui con un’energia che credeva di non essere più in grado di percepire. Un passo, e non fu più a Ravnica.
Parte seconda - "Speranze"
La sconfinatezza del Multiverso, dopo anni, lo colse impreparato. Era come sospeso nelle profondità più remote di un cielo stellato, con la differenza che ogni astro che poteva scorgere era un piano dimensionale, un vero e proprio universo a parte. Un po’ gli era mancata la Cieca Eternità. Si lasciò un po’ cullare dalle correnti di mana puro, permettendo che l’energia primordiale lo accarezzasse senza sopraffarlo, poi aguzzò la vista, alla ricerca di un piano ancora ospitale. Ma anche dopo aver esaminato un numero enorme di piani, non ne aveva ancora trovato uno attivo, vitale. Il Multiverso che conosceva sembrava davvero abbandonato a sé stesso. Doveva muoversi, spingersi fino a dove poteva arrivare prima che la potenza del Mana lo schiacciasse: poteva controllarla, ma non sapeva per quanto avrebbe retto. Si tuffò in una corrente e si fece trasportare, eppure anche spostandosi vedeva intorno a sé solo mondi morenti, in declino come la sua Ravnica. La coscienza lo stava abbandonando, la Cieca Eternità stava avendo la meglio su di lui… Forse doveva scegliere uno di quei piani e riposarsi un po’… No, non aveva intenzione di visitare volontariamente un altro piano-cimitero, nei aveva avuto abbastanza nei precedenti vent’anni. Tanto valeva tentare la sorte. Chiuse gli occhi e usò gran parte del Mana che aveva in corpo per spingere la corrente. “Portami dove c’è vita” pensò, poi perse i sensi.
Si svegliò in un vicolo semibuio, ancora un po’ intontito. Si alzò in piedi, si lisciò la veste e si concesse qualche minuto per analizzare la situazione. Le grigie pareti del vicolo erano in buono stato, probabilmente costruiti con una varietà particolare di calce. Davanti a sé poteva vedere dei grandi contenitori di metallo pieni di spazzatura puzzolente. In lontananza riusciva a sentire un gran numero di rumori: il vociare di una folla, strane musiche gracchianti, e una marea di suoni che non riusciva a definire. “Almeno questo piano è ancora abitato” pensò, e si incamminò verso la fine del vicolo. La luce lo travolse e lo accecò per un istante. Quando potette vedere con chiarezza ciò che lo circondava, rimase stupefatto: mai avrebbe pensato di trovarsi davanti uno scenario simile. Grattacieli di vetro scuro, poco più bassi di quelli di Ravnica, svettavano imponenti sopra la sua testa, mentre davanti a lui sfrecciavano a velocità altissime macchinari di tutti i colori che trasportavano quelli che con tutta probabilità erano esseri umani come lui. Ai lati delle strade, rasente ai grattacieli, camminava una moltitudine chiassosa di persone di tutte le età. Mentre era ancora a bocca aperta, un uccello d’acciaio bianco oscurò la sua vista del cielo. Non sapeva se quel piano era sicuro oppure no, ma di certo sembrava molto interessante, valeva la pena studiarlo meglio. Ritrasse la mano destra dentro la manica della veste e tentò di lanciare una piccola magia: con sua sorpresa, gli servì una quantità enorme di Mana. Come era possibile che in quel posto ci fosse così poca energia? Sembrava che la magia fosse stata dimenticata da secoli, lasciata ad assopire sottoterra a profondità insondabili. Almeno i suoi poteri telepatici sembravano funzionare più normalmente, e se ne rallegrò: aveva bisogno di scoprire qualcosa di più su quel piano. Scandagliò la mente dei passanti e un turbine di informazioni lo travolse. Rischiò di cadere a terra, ma resistette e cercò di addomesticare i pensieri di quelle persone. Lo sforzo valse la pena: in pochissimo tempo scoprì che quel piano si chiamava Terra, che l’unica razza intelligente che vi abitava era quella umana, che la città in cui si trovava, New York, era fra le più grandi di quel mondo, che le macchine su ruote che continuavano a correre in mezzo alla strada si chiamavano automobili e molto altro ancora. Non gli era mai piaciuto fare troppe domande, e questo sistema di acquisizione di nozioni sembrava fatto apposta per lui: gli permetteva di trovare le risposte ai quesiti che voleva… Senza formularli.
Si mescolò alla folla, camminando lentamente, concentrato su ciò che vedeva e sentiva. Quel mondo pareva una vera e propria miniera di informazioni: la gente che lo abitava pareva aver trovato soluzioni a molti dei problemi della vita quotidiana che negli altri piani erano irrisolvibili, se non solo parzialmente e utilizzando la magia. Già, la magia… La sua prima impressione si stava rivelando esatta: sulla Terra nessuno pareva conoscere il Mana. Come era possibile? Non bisognava essere un Planeswalker per padroneggiare almeno un minimo il potere mistico della natura, in ogni piano che aveva visitato c’erano maghi, chierici guaritori o evocatori. Che i terrestri si fossero affidati così tanto alle loro tecnologie? Impossibile, ci doveva essere qualcuno di simile a lui su quel piano, e lo avrebbe trovato. Continuò così a vagare per le strade, apparentemente senza meta, andando dove lo portavano l’istinto ed i piedi. Nel frattempo, più vagava e osservava, più cose imparava, più nozioni gli trasmettevano i suoi sensi. Quanto gli mancava quella sensazione. Pura e semplice conoscenza che scorreva nelle sue vene ed arrivava fino al cervello, puro godimento per un mago mentale come lui. Dopo un tempo relativamente breve, grazie alle sue capacità fuori dal comune, aveva appreso la maggior parte di ciò che gli sarebbe servito per sopravvivere più di un giorno su quel piano. Non aveva ancora analizzato tutti i dati che aveva raccolto, visto che alcuni gli sembravano particolarmente inusuali, ma era tutto nascosto nella sua testa, pronto ad essere riportato in superficie. Sì, era decisamente una sensazione straordinaria. Iniziava a sentirsi di nuovo giovane, per la prima volta dopo venti anni. Era sul quel piano da meno di un’ora: il viaggio era decisamente iniziato col piede giusto.
Camminò per circa un’altra ora. Il sole era ancora alto nel cielo, quindi si permise di continuare a passo moderato. Ad un certo punto la sua attenzione fu attirata da un piccolo locale al piano terra di un grande palazzo di cemento, non per un motivo razionale ben preciso, ma perché il flusso di pensieri che ancora aveva in testa gli aveva suggerito che avrebbe potuto trovarvi qualcosa di interessante. Pensò che il suo sesto senso da viaggiatore dimensionale dovesse aver subito dei danni, dopo anni di inattività: In quella città piena di colori, suoni, forme particolari, quello era l’ultimo posto che una persona normale avrebbe definito “interessante”: una vetrina di medie dimensioni alla quale erano attaccati diversi poster, che lasciavano intravedere una stanza quasi spoglia illuminata da una luce soffusa, con dei ragazzi seduti attorno a dei tavoli che chiacchieravano allegramente. Eppure in passato aveva già avuto quella sensazione, quell’istinto di curiosità, e non riusciva a ricordare un’occasione in cui lo avesse portato nella direzione sbagliata. Attraversò la strada, camminando su quelle che parevano chiamarsi “strisce pedonali” per evitare di essere investito dagli uomini alla guida delle “automobili”, e si ritrovò davanti al locale. Si soffermò per qualche istante ad osservare i poster affissi sulla vetrina: raffiguravano tutti scene d’azione fra creature fantastiche, umani dotati di poteri particolari e mostri orripilanti. Niente di speciale, non significava niente: in fondo c’erano leggende di questo tipo in ogni città di ogni piano, quello non era necessariamente un segnale della presenza di maghi come lui. Cercò di analizzare anche i particolari: sulla maggioranza di quei poster campeggiava la scritta “Magic: the Gathering”, affiancata a cinque simboli di colori diversi raffiguranti rispettivamente un teschio, un albero, un sole, una goccia d’acqua e una meteora stilizzati. Nonostante le varie allusioni al mondo della magia, non trovava nessun indizio certo… Si bloccò di colpo. Quei simboli… erano cinque, uno nero, uno verde, uno bianco, uno blu e uno rosso. Proprio come i cinque colori di mana. Le scritte e le immagini dei poster potevano essere mere coincidenze, ma quei marchi… Era molto più difficile che lo fossero. Sorrise. Il suo intuito non aveva ancora perso l’antico smalto. Abbassò il cappuccio, si preparò alle varie eventualità e spinse la maniglia della porta di ingresso. Si era fatto qualche idea su ciò che lo aspettava, ma tutte gli sembravano così improbabili che era deciso ad andare fino in fondo per svelare l’arcano.
Quando entrò, i presenti si girarono verso di lui e gli rivolsero un sorriso di saluto. Il più anziano, un uomo robusto sulla cinquantina con una barba scura puntata di grigio, degli occhiali da civetta sul naso e una strana chiave dorata appesa al collo, uscì da dietro un bancone, andò incontro a Jace e lo salutò cortesemente: “Buongiorno straniero, benvenuto nella mia fumetteria! Cosa posso fare per te?” Il planeswalker espanse la mente verso quella del suo interlocutore. Il tempo di un battito di ciglia, e aveva già ben chiaro cosa fosse una “fumetteria”. “Vorrei delle informazioni su quei poster che avete appesi in vetrina, quelli con i cinque simboli colorati. Cosa rappresentano?” chiese. Il negoziante parve stupito. “Strano che uno vestito come te non conosca Magic. Cosa vuoi sapere di preciso?” Jace si guardò intorno. Effettivamente era vestito molto più eccentricamente rispetto agli altri presenti, che indossavano soltanto semplici pantaloni e magliette a maniche corte, ma non riusciva a capire che nesso trovasse quell’uomo fra le immagini in vetrina e la sua veste da mago.
Non indagò oltre: a tempo debito si sarebbe chiarito da solo tutti i dubbi. “Non ho propria idea di cosa sia questo Magic che hai nominato. Credo che dovrai farmi una spiegazione dettagliata.” Rispose il mago sorridendo. L’altro uomo ricambiò il sorriso e chiamò vicino a sé due dei ragazzi seduti ai tavoli: “Bruce! Andrew! Il nostro nuovo amico vuole imparare a giocare a Magic, ho bisogno di una mano!” I giovani accorsero con entusiasmo e si presentarono a Jace. “Piacere di conoscervi, io sono Jace Beleren.” All’udire il nome del planeswalker, il proprietario della fumetteria scoppiò a ridere: “Ahah! Non solo sei vestito come lui, ma vorresti dirmi che siete anche omonimi? Impossibile!” Per Beleren questo fu troppo. Era la seconda frase che non riusciva a comprendere nel giro di pochi minuti. Assaltò la mente del negoziante come un falco si avventa sulla preda, desideroso di sapere cosa sapesse quel terrestre su di lui. Riuscì facilmente a penetrare nei suoi pensieri, ma con enorme stupore constatò che quello che cercava era inaccessibile, come se una barriera d’acciaio difendesse quelle informazioni. Guardò negli occhi l’uomo: non dava per niente l’idea di essere un mago mentale, ma doveva stare molto attento. Cercando di nascondere la frustrazione, Jace si trovò costretto a proferir parola: “Non so di cosa stai parlando, spero che vorrai spiegarmelo.” “Dai tempo al tempo, prima di tutto, se vuoi, è necessario che ti insegniamo rapidamente a giocare. Te la senti?” Non sapeva che tipo di gioco volessero insegnarli, ma in ogni caso ormai era pronto a tutto. “Certamente.” Rispose il planeswalker con tono determinato.
L’uomo grassottello tirò fuori una scatoletta da sotto al bancone e iniziò a parlare: “Bene Jace, iniziamo. Magic: the Gathering è un gioco di carte collezionabili, come puoi vedere” disse, tirando fuori dalla scatola un mazzo di carte di vari colori e mostrandole a Jace. “Lo scopo del gioco è ridurre a zero i punti vita dell’avversario. Per farlo si utilizzano le carte, appunto. Ci sono molti tipi di carte: le creature, che possono essere usate per attaccare o difendere, gli istantanei e le stregonerie, che sono vere e proprie magie da scagliare contro i nemici, gli artefatti, manufatti magici dai molteplici utilizzi, e gli incantesimi, magie durature che rimangono in gioco per fornire effetti benefici a chi li ha giocati o svantaggi per gli avversari, e molti altri ancora, alcuni aggiunti di recente, altri qualche anno fa. Ma le carte più utili e interessanti sono le terre. Le terre permettono di giocare tutti i tipi di carte che ti ho illustrato, poiché forniscono il Mana, l’energia necessaria per lanciare magie ed evocare creature.” Jace era stupefatto. Un gioco di carte che in sostanza rappresentava… uno scontro tra due Planeswalkers? No, no, questo era veramente assurdo. Doveva essere una coincidenza. Nascose lo sbigottimento e continuò ad ascoltare. “Su quel tabellone sono illustrate le varie fasi in cui si divide un turno di gioco. Dacci un’occhiata, e quando sei pronto proviamo a fare una partita.” A Jace bastò un secondo per memorizzare il funzionamento del gioco, ma fece finta di studiare il cartellone per un quarto d’ora buono, per non destare troppi sospetti.
Quando dichiarò di essere pronto, gli fu fornito un mazzo base di un colore a sua scelta. Ovviamente scelse il blu, e sconfisse senza difficoltà Bruce, con il nero, ed Andrew, con il rosso. Mentre giocava, Jace cercò di cogliere altre allusioni al Multiverso in quel gioco, ma non riuscì a trovarne. Nessuna delle magie o delle creature rappresentate sulle carte gli erano familiari, l’unico filo conduttore comprovato tra la sua realtà e quel gioco era il presunto mana utilizzato per mettere in gioco le carte. I ragazzi con cui aveva giocato parevano molto soddisfatti dei suoi progressi. “Hai imparato molto in fretta. Adesso il negozio chiude, ma dopo cena torneremo, e sarebbe un piacere sfidarti a una partita più seria.” Gli dissero quasi all’unisono Andrew e Bruce. Il negoziante permise a Jace di restare nel negozio anche nell’orario di chiusura, dato che aveva dichiarato di non avere appetito. In realtà di fame ne aveva eccome, ma voleva assolutamente indagare in santa pace nella fumetteria, alla ricerca di indizi che gli facessero capire qual era il nesso tra Multiverso e Magic: the Gathering. Perché era sicuro che ci fosse, e non poteva ammettere che esistesse un segreto che non potesse rivelare.
Rimasto solo, per prima cosa decise di consumare la pagnotta che aveva portato con sé: la stanchezza cominciava a farsi sentire, e aveva bisogno di mettere qualcosa sotto i denti. Aprì la borsa a tracolla e iniziò a rovistarvi dentro. Si fermò quando la sua mano toccò qualcosa di poco familiare: guardò nella sacca e l’unica cosa che riuscì a fare fu restare a bocca aperta. Al posto del suo libro di magie c’era… Un mazzo di Magic. La situazione era quantomeno surreale. Per la prima volta in vita, non capiva cosa gli stava succedendo, la sua mente brillante non gli suggeriva alcuna risposta ai dubbi che lo tormentavano. Con le mani ancora tremanti, passò in rassegna le carte che aveva trovato: un buon numero di Isole, le terre che fornivano mana blu, e altre carte di quel colore. La cosa sconcertante era che ogni magia che era appuntata nel suo diario aveva ricevuto una controparte cartacea: Negare, Ordine Criptico, Contromagia, Telepatia, Elementale dell’Aria, Certezza o Finzione, Getto d’Acqua, Vagabondo Pensoso e così via. Quello era davvero il SUO mazzo. Ma perché non aveva ancora visto nessuna di quelle carte dagli altri giocatori? In un pomeriggio gli erano passate davanti centinaia di carte… Possibile che fossero sue prerogative anche nel gioco? Diede un’occhiata agli album presenti sul bancone della fumetteria, quelli che contenevano le carte comuni: niente, sembrava che quel mazzo fosse unico. Eppure quella sessantina di carte che aveva in mano rispecchiava perfettamente il Multiverso che conosceva, quello della sua giovinezza: addirittura le Isole rappresentavano scorci di Zendikar, Ravnica e Alara, i principali piani che aveva visitato. Perché nelle altre carte non riusciva a trovare questi riferimenti? Osservò meglio quelle che aveva in mano. In molte carte nei riquadri di testo, sotto gli effetti, c’erano delle scritte in corsivo, che riportavano esattamente frasi che lui o i suoi compagni planeswalker avevano detto, stralci di opere che Jace stesso aveva avuto modo di consultare, descrizioni di territori ormai lontani che i suoi piedi avevano calpestato. In pratica quelle carte raccontavano davvero le vecchie avventure sue e degli altri viaggiatori dimensionali… E se c’erano ancora persone che giocavano a quel gioco, allora significava che le nuove carte narravano episodi avvenuti in altri piani, ai margini più remoti del Multiverso che ancora lui doveva scoprire. Quindi non era tutto finito! In preda all’euforia, Jace scattò verso gli album che aveva sfogliato prima e controllò le date stampate sulle carte: 2029, 2030, 2031, 2032, 2033 le più recenti. Controllando il calendario appeso alla parete davanti a lui constatò che il 2033 era proprio l’anno corrente. Quelle che aveva trovato nella sua borsa, invece, riportavano annate come 2008, 2010, 2012, al massimo 2013. Esattamente venti anni più vecchie. Possibile che sulla Terra il tempo scorresse alla stessa velocità di quello di Ravnica? Venti anni prima era iniziato il collasso di tutti i piani che conosceva… Solo coincidenze? Cosa doveva pensare?
Mentre Jace era nel bel mezzo delle sue elucubrazioni, tornò il proprietario del negozio. Il mago si affrettò a rimettere nella borsa il mazzo di carte che vi aveva trovato. “Allora, caro Jace, hai studiato un po’ le carte?” “Sì, in effetti ho dato loro un’occhiata abbastanza approfondita e ho notato che tutte le carte nei raccoglitori sul bancone sono abbastanza recenti. Sarei curioso di vedere qualche pezzo più datato, se ne avete.” Non potendo scoprire ciò che voleva tramite la telepatia, il planeswalker si ritrovò a fare affidamento sull’oratoria. “Mh… Sì, credo di poterti far vedere i miei pezzi più vecchi.” L’uomo si tolse dal collo la chiave dorata, si chinò sotto al bancone e aprì il cassetto più in basso, tirandovi fuori un album perfettamente rilegato, con copertina in pelle e scritte argentate. Lo mise davanti a Jace e lo ammonì: “Dai pure un’occhiata, ma stai attento, hanno tutte più di vent’anni, sono oggetti di valore.” Beleren aprì il raccoglitore e rimase stupefatto: le prime carte erano di un tipo che non aveva mai visto in tutto il pomeriggio… “Planeswalker”. Ajani, Liliana, Nissa, Chandra, Gideon, Sorin, Chandra, c’erano carte che raffiguravano tutti i Viandanti che aveva conosciuto. Poi il negoziante gli mostrò una carta particolare. “Volevi sapere di più su quel tuo omonimo che conosco, giusto? Beh, eccolo.” Nel palmo della sua mano c’era “Jace Beleren”. La sua carta. Non aveva più dubbi. Per qualche strano motivo, quel gioco era riuscito a narrare la grande storia del Multiverso, e se stava continuando a farlo, se c’era ancora qualcosa da raccontare, significava che da qualche parte c’erano ancora piani che valesse la pena visitare, mondi in cui ancora esisteva la vita. Sorrise. “Effettivamente mi somiglia.” Rispose al negoziante. “Vi ringrazio per quello che avete fatto per me, ma adesso devo andare. Questo è per voi.” Lasciò cadere sul bancone qualche moneta d’oro, poi si diresse verso la porta e uscì. Ormai era notte, i grattacieli si erano illuminati e la città aveva un’aria molto più malinconica. Una leggera brezza gli accarezzava il viso. Infilò una mano nella tasca dove aveva messo il ritratto di lui e Chandra prima di partire, ma al posto del foglio dipinto ad acquerello c’erano due carte di Magic: “Jace, lo Scultore di Menti” e “Chandra, Padrona del Fuoco”. Chissà perché, ma se lo aspettava. Guardò in alto, nel nero profondo del cielo. Aveva scoperto che aveva ancora delle possibilità di tornare in azione, di sentirsi di nuovo vivo. Aveva visto le carte, sapeva dove doveva andare. E aveva capito che nonostante tutto, il Multiverso non sarebbe mai morto completamente. Chiuse gli occhi e si preparò ad un nuovo viaggio. Sì. La Magia sarebbe continuata.
Commento dell'autore
Allora, premetto che avrei un migliaio di cose da dire su questo racconto, prima fra tutte che avrei pagato centinaia di euro pur di avere qualche giorno in più per scriverlo, due settimane mi sono andate davvero troppo strette, il grosso del lavoro ho dovuto farlo quasi di corsa l’ultimo giorno possibile.
L’idea di scrivere un racconto per questo concorso mi è venuta quasi spontanea: sono negato come fotografo e come pittore, quindi raccontare una storia mi sembrava l’opzione più adatta a me. Ho scartato a priori l’idea di scrivere un articolo sul game design, come hanno fatto in molti alla fine, perché mi sembrava una tipologia di lavoro poco originale.
Sul protagonista non ho avuto dubbi: Jace Beleren è l’icona del Magic odierno, come e più di Urza ormai un bel po’ di anni fa. Inoltre, grazie ai suoi poteri mi ha facilitato molto la scrittura di alcuni passaggi: la sua telepatia e le sue capacità cerebrali fuori dal comune mi hanno risparmiato una marea di descrizioni e spiegazioni, permettendomi di non allungare all’inverosimile un racconto già troppo prolisso.
Non ho inserito immagini, che avrebbero aiutato a rendere più digeribile il racconto, per il semplice motivo che inserire qua e là un'immagine di Jace, del Multiverso, o di New York avrebbe solo spezzato il ritmo senza aggiungere niente di significativo, a mio parere. Per aumentare l'immedesimazione ho provato a scrivere qualche descrizione in stile romanzo fantasy, mentre per diluire il "wall of text" ho usato una normale divisione in paragrafi. Forse perderò punti per questa scelta ma ne prendo atto.
La prima parte del racconto, “Ricordi”, mostra un Jace disilluso, solo, in un piano abbandonato. Tutti quelli che conosce sono morti o dispersi, il Multiverso che conosce è ormai in rovina, non ha più molti motivi per vivere. Ma i ricordi lo tormentano, e prima di lasciarsi morire decide di compiere un ultimo viaggio: arriva quindi sulla Terra e scopre Magic: the Gathering, il gioco che narra le avventure del Multiverso. La scoperta gli darà la forza per avere nuovamente delle “Speranze”: potrà anche essere stato dimenticato dai più, ma lo spirito che anima i planeswalkers (quelli veri ed i giocatori di MtG) sarà sempre lo stesso.
Tutto questo per dire che fra vent’anni Magic potrà avere nuovi personaggi, ambientazioni, regole, tipi di carte (anche se il personaggio del negoziante, tra l’altro omaggio a un famosissimo amato/odiato negoziante italiano, mostra a Jace solo i tipi di carte attualmente esistenti, un po’ per facilitargli la comprensione, un po’ perché mi sembrava di cattivo gusto introdurre in quel punto una spiegazione di come penso che saranno i nuovi tipi di carte) e magari ci saremo dimenticati delle avventure di Jace, Chandra, Elspeth, Garruk, Liliana e di tutti gli altri, ma gli ideali del gioco e dei giocatori non moriranno mai. Magic continuerà a farci fare nuove esperienze, nuovi incontri, ci porterà a ridere, esultare, disperarci, a farci sentire dei veri Planeswalkers. In cinque parole: The Magic Will Go On.
Un racconto di Kyogre
Parte prima - "Ricordi"
Jace Beleren aveva dormito poco e male. D’altra parte, non riusciva nemmeno a ricordare quando era stata la sua ultima notte senza sogni. Ormai ci era abituato. Alzatosi senza fatica, rimase per qualche istante in piedi ad osservarsi nello specchio appeso alla parete opposta al letto: gli occhi grigi dell’immagine riflessa ricambiarono il suo sguardo stanco, ormai privi della luce azzurra che li aveva animati anni prima. Si passò una mano sul mento, accarezzando la barba incolta. Da quanto tempo non si radeva? Non riusciva a ricordare nemmeno quello. Eppure c’era stato un tempo in cui amava accarezzarsi il mento liscio, perfettamente depilato, lo stesso in cui la sua fronte non era segnata dalle rughe e i suoi capelli erano folti e castani, senza sfumature argentee. L’immortalità non gli era mai interessata, da giovane credeva che avrebbe tolto divertimento al meraviglioso gioco della vita, mentre adesso… Non trovava nemmeno un motivo valido per continuare ad aspettare pazientemente la morte, di sicuro non voleva attenderla all’infinito. Si affacciò alla finestra, per osservare un’alba che ormai gli sembrava solamente un beffardo scherzo della natura: un’enorme sole splendente stava ergendosi sopra un mondo ormai spento, che di colori e luminosità pareva non volerne più sapere. All’orizzonte, solo palazzi distrutti, statue frantumate, strutture architettoniche dalle caratteristiche più disparate cadute le une sulle altre, strade ridotte a un colabrodo di crateri. In lontananza, le un tempo mastodontiche arcate della Passeggiata Transgilda giacevano in macerie, un triste ricordo del loro antico splendore. Ravnica era distrutta, collassata su sé stessa. Venti anni prima, Jace aveva fermato con i suoi poteri telepatici uno scontro mortale tra i dieci campioni delle Gilde ed era diventato il nuovo Patto delle Gilde vivente, ma non era bastato.
All’inizio tutto era sembrato andare per il meglio: persino Niv-Mizzet, il parun fondatore e capo della Gilda Izzet, si era dovuto sottomettere ai nuovi poteri che il giovane Planeswalker aveva acquisito, ritirando i suoi piani bellicosi contro Selesnya, ma le Gilde si stancarono ben presto della rinnovata pace. Tutti i capigilda vedevano Jace semplicemente come un ostacolo, da aggirare o distruggere: ogni sua più piccola mancanza o distrazione produceva reazioni a catena sempre più violente, fino a sfociare in vere e proprie faide urbane. Di lì a poco, Jace si ritrovò braccato da tutti i campioni delle Gilde, mandati dai loro padroni per prendere la sua testa. Il Patto delle Gilde era già stato spezzato in passato, non sarebbe stato difficile infrangerlo di nuovo… Questa volta bastava ucciderlo.
Il terrore che aveva provato in quel periodo gli era rimasto impresso nella mente: nonostante già allora potesse considerarsi uno degli esseri più potenti del Multiverso, essere costantemente in fuga da pericoli e avversari ogni volta diversi lo aveva segnato: per lui non c’erano più posti sicuri a Ravnica, un intero piano gli si stava rivoltando contro, persino i Senza Gilda, che inizialmente lo avevano accolto e protetto, decisero che dare asilo al mago mentale era un rischio troppo grande e lo cacciarono. Alla fine, durante uno scontro troppo pericoloso persino per lui, a Jace non rimase altro da fare che andarsene dalla Città delle Gilde, la sua casa adottiva, il piano che aveva giurato di proteggere con tutte le sue forze dopo gli eventi del Labirinto Implicito. D’altra parte, i fatti avevano dimostrato che la città più grande del Multiverso conosciuto, nonostante avesse bisogno di lui, non aveva più intenzione di tollerare la sua presenza. Ironia della sorte, subito dopo essere diventato il nuovo Patto delle Gilde aveva pensato che Ravnica meritasse ben più di lui come guida… Quanto si era sbagliato.
Da quel momento, Jace si era dedicato alla ricerca di un nuovo luogo da poter chiamare casa, che però si era rivelata ben più difficile del previsto. Pareva che tutti i piani che poteva raggiungere stessero attraversando un periodo di profonda crisi: guerre, catastrofi, tempeste di mana, non c’era più un luogo tranquillo nel Multiverso, che stava rapidamente collassando, proprio come era successo a Ravnica.
Jace si riscosse: non voleva pensare alle drammatiche avventure che aveva vissuto nei dieci anni di peregrinaggio fra i piani… I suoi occhi si erano riempiti di morte così tante volte che un uomo normale non avrebbe nemmeno sopportato il peso di quei ricordi. Distolse lo sguardo dalla finestra e vi volse le spalle. Mentre si avviava verso la cucina per consumare la sua abituale colazione frugale, fatta di quel poco di commestibile che ancora si poteva trovare in un mondo in rovina, il suo sguardo si soffermò su un foglio di carta appoggiato su una cassettiera polverosa. Sulla pagina erano raffigurati lui e Chandra, entrambi sfavillanti nelle loro tenute da battaglia, circondati da un’aura di fuoco ed acqua, schierati fianco a fianco come non avrebbero mai più potuto essere… “ARGH!” urlò. Si appoggiò con i gomiti alla cassettiera e si tenne la testa con le mani. Ricordi, ricordi, ricordi! Basta, nelle ultime settimane si stava soffermando troppo sul passato. E pensare che un tempo li adorava, i ricordi. Sapeva sfruttare i suoi come punti di forza e quelli altrui per creare debolezze nelle menti dei suoi avversari… Ma adesso nelle reminescenze della sua mente c’erano solo dolore e malinconia.
Consumato il primo pasto della giornata, Jace ispezionò la dispensa: fortunatamente c’era ancora cibo a sufficienza, non sarebbe stato psicologicamente in grado di andare ad approvvigionare le sue provviste, quel giorno. A Ravnica gli esseri viventi in circolazione erano ormai pochi e quasi tutti erano reietti disillusi come lui, senza alcuna speranza per il futuro, che si lasciavano vivere, stanchi e sfiancati dalla lunga guerra fra Gilde a cui avevano assistito, salvatisi per miracolo… O per uno scherzo del demonio, a seconda dei punti di vista. Ma nonostante questo, la ex città delle Gilde rimaneva ancora un posto pericoloso, forse più che prima della guerra. La mancanza di aspettative per il futuro aveva aumentato enormemente la criminalità presente sul piano, sempre se di criminalità si poteva parlare, non esistendo più nessuna legge ad esclusione di quella del più forte. A volte ancora si chiedeva perché era tornato. Soltanto per assistere alla lenta fine di quella che un tempo era fiero di chiamare casa? Non lo sapeva. Dopo un lungo periodo di peregrinazioni nel Multiverso, aveva avvertito nel suo cuore un bisogno fisiologico di tornare su Ravnica, nonostante fosse ben conscio di ciò a cui stava tornando incontro. Fatto stava che era tornato. Ed erano anni che non se n’era più andato.
Si sedette su una poltrona che era riuscito a trovare fra le macerie di una cancelleria Azorius ed iniziò a leggere. Aveva già letto quel poderoso trattato sulla magia blu almeno venti volte, ma non gli importava. Far scorrere il suo sguardo su quelle file di simboli neri d’inchiostro lo liberava dai pensieri, lo trasportava in un’altra dimensione, lo faceva sentire meno solo. E quello era l’importante.
Quando Jace alzò lo sguardo dalle pagine ingiallite il sole stava già tramontando. Chiuse delicatamente il tomo e lo ripose su una mensola. Le difese magiche che aveva deciso di erigere periodicamente intorno alla casa che aveva scelto come rifugio gli consentivano di passare intere giornate in tranquillità, senza doversi preoccupare di difendersi dagli attacchi dei delinquenti che infestavano Ravnica. Chissà come sarebbero state le sue giornate, se avesse dovuto continuamente difendersi dagli attacchi di Viashini affamati. Sorrise. Forse un giorno avrebbe provato. Andò in camera da letto, si svestì e si coricò senza cenare. Si stese sul materasso e fissò il soffitto. Riguardo a quei Viashini… forse un po’ gli mancava l’avventura, il pericolo, l’adrenalina. Cose che in gioventù lo spaventavano, ma che in fondo, col senno di poi, lo avevano fatto sentire più di una volta vivo e pieno di energia. E quanto tempo era che non viaggiava fra i piani? Prima di morire insieme a Ravnica avrebbe cercato di visitare almeno un altro mondo, possibilmente che non si avviasse verso la distruzione, ma ce n’erano ancora? Da quello che aveva potuto constatare la risposta era no, ma… Bah, stava solo delirando. Chiuse gli occhi e liberò la sua mente dai pensieri. Il sonno arrivò poco dopo, seguito immediatamente dagli incubi che non smettevano di tormentarlo nemmeno per una notte.
Sognò il Multiverso. Effimeri ricordi di ciò che era stato e traumatiche visioni di ciò che era. Tezzeret, con cui aveva collaborato. Liliana, avvenente negromante che aveva creduto di amare. Garruk, che la inseguiva per farsi liberare dalla maledizione del Velo. Dominaria, il primo piano ad essersi avviato verso la fine. Gideon Jura, che aveva combattuto fino alla fine con i Senza Gilda su Ravnica. Lorwyn, il piano delle favole, e la Landa Tenebrosa, il mondo oscuro e pericoloso nel quale si era tramutato. Ajani, il Leonin dalla pelliccia bianca e dal cuore d’oro. Elspeth Tirel, impavida guerriera che non era mai riuscita a rinfoderare per sempre la sua spada. Emmara, l’elfa di Selesnya che lo aveva preso molto a cuore. Niv-Mizzet che metteva Ravnica a ferro e fuoco scontrandosi con gli altri parun. Nissa Revane, che cercava di salvare Zendikar dagli immani mostri che avevano deciso di cibarsene. Nuova Alara, che non aveva sopportato la riunificazione dei cinque frammenti e si era ritrovata in guerra. Chandra… E gli Eldrazi che se la portavano via. Un giovane Jace Beleren che tentava di salvarla, invano. Il sorriso beffardo di Nicol Bolas, il megalomane drago antico, che si compiaceva dei fallimenti del ragazzo. “Debole”, lo aveva chiamato. E anche contro di lui non aveva potuto fare niente. “Debole”. Lo era davvero stato? E dopo venti anni, che cosa era diventato? “Debole.” Rivide ancora Chandra, mentre veniva scagliata in un portale planare da Emrakul, il più potente degli Eldrazi. “Debole.”
Si svegliò con la fronte madida di sudore, il corpo scosso da violenti tremiti. Sì, era arrivato il momento di viaggiare di nuovo. E i Planeswalkers avevano una concezione del tutto particolare della parola “viaggio”. Se c’era ancora qualcuno nel Multiverso a cui poteva dimostrare chi era lo Scultore di Menti, l’avrebbe trovato.
Rovistò nel cassettone dove teneva quei pochi vestiti che aveva deciso di conservare, fino a trovare, appallottolata sul fondo, la sua vecchia e logora veste blu con mantello e cappuccio abbinati, memore di mille avventure. Non aveva mai compiuto un viaggio interplanare senza quella veste, perciò si sentiva in dovere di compiere anche quell’ultimo atto di ribellione con quegli abiti. Si vestì, allacciò il mantello sulle spalle, tirò su il cappuccio e andò a guardarsi allo specchio. Non sembrava nemmeno la stessa persona della sera precedente: stavolta lo sguardo dell’uomo nel riflesso era determinato, con un accenno dell’antica vitalità azzurra nel mare grigio dell’iride. Tornò a rovistare nel cassettone e trovò una borsa di pelle ancora in buona condizioni e se la mise a tracolla, poi iniziò a girare per la casa alla ricerca di oggetti utili da potersi portare dietro: una pagnotta, una borraccia piena d’acqua, il suo diario su cui erano segnate tutte le magie che aveva imparato nel corso degli anni, qualche moneta d’oro e poco altro. I suoi poteri avrebbero fatto il resto, sperava. Infilò in una tasca anche il ritratto di lui e Chandra, senza un motivo ben preciso. Chissà, forse l’avrebbe ritrovata… “NO!” Di nuovo… Doveva partire, e in fretta, non sarebbe rimasto un secondo di più a farsi tormentare dal passato. Recuperò la concentrazione e chiuse gli occhi. Sì, lo sentiva. Il Mana, il potere del Multiverso, scorreva dentro di lui con un’energia che credeva di non essere più in grado di percepire. Un passo, e non fu più a Ravnica.
Parte seconda - "Speranze"
La sconfinatezza del Multiverso, dopo anni, lo colse impreparato. Era come sospeso nelle profondità più remote di un cielo stellato, con la differenza che ogni astro che poteva scorgere era un piano dimensionale, un vero e proprio universo a parte. Un po’ gli era mancata la Cieca Eternità. Si lasciò un po’ cullare dalle correnti di mana puro, permettendo che l’energia primordiale lo accarezzasse senza sopraffarlo, poi aguzzò la vista, alla ricerca di un piano ancora ospitale. Ma anche dopo aver esaminato un numero enorme di piani, non ne aveva ancora trovato uno attivo, vitale. Il Multiverso che conosceva sembrava davvero abbandonato a sé stesso. Doveva muoversi, spingersi fino a dove poteva arrivare prima che la potenza del Mana lo schiacciasse: poteva controllarla, ma non sapeva per quanto avrebbe retto. Si tuffò in una corrente e si fece trasportare, eppure anche spostandosi vedeva intorno a sé solo mondi morenti, in declino come la sua Ravnica. La coscienza lo stava abbandonando, la Cieca Eternità stava avendo la meglio su di lui… Forse doveva scegliere uno di quei piani e riposarsi un po’… No, non aveva intenzione di visitare volontariamente un altro piano-cimitero, nei aveva avuto abbastanza nei precedenti vent’anni. Tanto valeva tentare la sorte. Chiuse gli occhi e usò gran parte del Mana che aveva in corpo per spingere la corrente. “Portami dove c’è vita” pensò, poi perse i sensi.
Si svegliò in un vicolo semibuio, ancora un po’ intontito. Si alzò in piedi, si lisciò la veste e si concesse qualche minuto per analizzare la situazione. Le grigie pareti del vicolo erano in buono stato, probabilmente costruiti con una varietà particolare di calce. Davanti a sé poteva vedere dei grandi contenitori di metallo pieni di spazzatura puzzolente. In lontananza riusciva a sentire un gran numero di rumori: il vociare di una folla, strane musiche gracchianti, e una marea di suoni che non riusciva a definire. “Almeno questo piano è ancora abitato” pensò, e si incamminò verso la fine del vicolo. La luce lo travolse e lo accecò per un istante. Quando potette vedere con chiarezza ciò che lo circondava, rimase stupefatto: mai avrebbe pensato di trovarsi davanti uno scenario simile. Grattacieli di vetro scuro, poco più bassi di quelli di Ravnica, svettavano imponenti sopra la sua testa, mentre davanti a lui sfrecciavano a velocità altissime macchinari di tutti i colori che trasportavano quelli che con tutta probabilità erano esseri umani come lui. Ai lati delle strade, rasente ai grattacieli, camminava una moltitudine chiassosa di persone di tutte le età. Mentre era ancora a bocca aperta, un uccello d’acciaio bianco oscurò la sua vista del cielo. Non sapeva se quel piano era sicuro oppure no, ma di certo sembrava molto interessante, valeva la pena studiarlo meglio. Ritrasse la mano destra dentro la manica della veste e tentò di lanciare una piccola magia: con sua sorpresa, gli servì una quantità enorme di Mana. Come era possibile che in quel posto ci fosse così poca energia? Sembrava che la magia fosse stata dimenticata da secoli, lasciata ad assopire sottoterra a profondità insondabili. Almeno i suoi poteri telepatici sembravano funzionare più normalmente, e se ne rallegrò: aveva bisogno di scoprire qualcosa di più su quel piano. Scandagliò la mente dei passanti e un turbine di informazioni lo travolse. Rischiò di cadere a terra, ma resistette e cercò di addomesticare i pensieri di quelle persone. Lo sforzo valse la pena: in pochissimo tempo scoprì che quel piano si chiamava Terra, che l’unica razza intelligente che vi abitava era quella umana, che la città in cui si trovava, New York, era fra le più grandi di quel mondo, che le macchine su ruote che continuavano a correre in mezzo alla strada si chiamavano automobili e molto altro ancora. Non gli era mai piaciuto fare troppe domande, e questo sistema di acquisizione di nozioni sembrava fatto apposta per lui: gli permetteva di trovare le risposte ai quesiti che voleva… Senza formularli.
Si mescolò alla folla, camminando lentamente, concentrato su ciò che vedeva e sentiva. Quel mondo pareva una vera e propria miniera di informazioni: la gente che lo abitava pareva aver trovato soluzioni a molti dei problemi della vita quotidiana che negli altri piani erano irrisolvibili, se non solo parzialmente e utilizzando la magia. Già, la magia… La sua prima impressione si stava rivelando esatta: sulla Terra nessuno pareva conoscere il Mana. Come era possibile? Non bisognava essere un Planeswalker per padroneggiare almeno un minimo il potere mistico della natura, in ogni piano che aveva visitato c’erano maghi, chierici guaritori o evocatori. Che i terrestri si fossero affidati così tanto alle loro tecnologie? Impossibile, ci doveva essere qualcuno di simile a lui su quel piano, e lo avrebbe trovato. Continuò così a vagare per le strade, apparentemente senza meta, andando dove lo portavano l’istinto ed i piedi. Nel frattempo, più vagava e osservava, più cose imparava, più nozioni gli trasmettevano i suoi sensi. Quanto gli mancava quella sensazione. Pura e semplice conoscenza che scorreva nelle sue vene ed arrivava fino al cervello, puro godimento per un mago mentale come lui. Dopo un tempo relativamente breve, grazie alle sue capacità fuori dal comune, aveva appreso la maggior parte di ciò che gli sarebbe servito per sopravvivere più di un giorno su quel piano. Non aveva ancora analizzato tutti i dati che aveva raccolto, visto che alcuni gli sembravano particolarmente inusuali, ma era tutto nascosto nella sua testa, pronto ad essere riportato in superficie. Sì, era decisamente una sensazione straordinaria. Iniziava a sentirsi di nuovo giovane, per la prima volta dopo venti anni. Era sul quel piano da meno di un’ora: il viaggio era decisamente iniziato col piede giusto.
Camminò per circa un’altra ora. Il sole era ancora alto nel cielo, quindi si permise di continuare a passo moderato. Ad un certo punto la sua attenzione fu attirata da un piccolo locale al piano terra di un grande palazzo di cemento, non per un motivo razionale ben preciso, ma perché il flusso di pensieri che ancora aveva in testa gli aveva suggerito che avrebbe potuto trovarvi qualcosa di interessante. Pensò che il suo sesto senso da viaggiatore dimensionale dovesse aver subito dei danni, dopo anni di inattività: In quella città piena di colori, suoni, forme particolari, quello era l’ultimo posto che una persona normale avrebbe definito “interessante”: una vetrina di medie dimensioni alla quale erano attaccati diversi poster, che lasciavano intravedere una stanza quasi spoglia illuminata da una luce soffusa, con dei ragazzi seduti attorno a dei tavoli che chiacchieravano allegramente. Eppure in passato aveva già avuto quella sensazione, quell’istinto di curiosità, e non riusciva a ricordare un’occasione in cui lo avesse portato nella direzione sbagliata. Attraversò la strada, camminando su quelle che parevano chiamarsi “strisce pedonali” per evitare di essere investito dagli uomini alla guida delle “automobili”, e si ritrovò davanti al locale. Si soffermò per qualche istante ad osservare i poster affissi sulla vetrina: raffiguravano tutti scene d’azione fra creature fantastiche, umani dotati di poteri particolari e mostri orripilanti. Niente di speciale, non significava niente: in fondo c’erano leggende di questo tipo in ogni città di ogni piano, quello non era necessariamente un segnale della presenza di maghi come lui. Cercò di analizzare anche i particolari: sulla maggioranza di quei poster campeggiava la scritta “Magic: the Gathering”, affiancata a cinque simboli di colori diversi raffiguranti rispettivamente un teschio, un albero, un sole, una goccia d’acqua e una meteora stilizzati. Nonostante le varie allusioni al mondo della magia, non trovava nessun indizio certo… Si bloccò di colpo. Quei simboli… erano cinque, uno nero, uno verde, uno bianco, uno blu e uno rosso. Proprio come i cinque colori di mana. Le scritte e le immagini dei poster potevano essere mere coincidenze, ma quei marchi… Era molto più difficile che lo fossero. Sorrise. Il suo intuito non aveva ancora perso l’antico smalto. Abbassò il cappuccio, si preparò alle varie eventualità e spinse la maniglia della porta di ingresso. Si era fatto qualche idea su ciò che lo aspettava, ma tutte gli sembravano così improbabili che era deciso ad andare fino in fondo per svelare l’arcano.
Quando entrò, i presenti si girarono verso di lui e gli rivolsero un sorriso di saluto. Il più anziano, un uomo robusto sulla cinquantina con una barba scura puntata di grigio, degli occhiali da civetta sul naso e una strana chiave dorata appesa al collo, uscì da dietro un bancone, andò incontro a Jace e lo salutò cortesemente: “Buongiorno straniero, benvenuto nella mia fumetteria! Cosa posso fare per te?” Il planeswalker espanse la mente verso quella del suo interlocutore. Il tempo di un battito di ciglia, e aveva già ben chiaro cosa fosse una “fumetteria”. “Vorrei delle informazioni su quei poster che avete appesi in vetrina, quelli con i cinque simboli colorati. Cosa rappresentano?” chiese. Il negoziante parve stupito. “Strano che uno vestito come te non conosca Magic. Cosa vuoi sapere di preciso?” Jace si guardò intorno. Effettivamente era vestito molto più eccentricamente rispetto agli altri presenti, che indossavano soltanto semplici pantaloni e magliette a maniche corte, ma non riusciva a capire che nesso trovasse quell’uomo fra le immagini in vetrina e la sua veste da mago.
Non indagò oltre: a tempo debito si sarebbe chiarito da solo tutti i dubbi. “Non ho propria idea di cosa sia questo Magic che hai nominato. Credo che dovrai farmi una spiegazione dettagliata.” Rispose il mago sorridendo. L’altro uomo ricambiò il sorriso e chiamò vicino a sé due dei ragazzi seduti ai tavoli: “Bruce! Andrew! Il nostro nuovo amico vuole imparare a giocare a Magic, ho bisogno di una mano!” I giovani accorsero con entusiasmo e si presentarono a Jace. “Piacere di conoscervi, io sono Jace Beleren.” All’udire il nome del planeswalker, il proprietario della fumetteria scoppiò a ridere: “Ahah! Non solo sei vestito come lui, ma vorresti dirmi che siete anche omonimi? Impossibile!” Per Beleren questo fu troppo. Era la seconda frase che non riusciva a comprendere nel giro di pochi minuti. Assaltò la mente del negoziante come un falco si avventa sulla preda, desideroso di sapere cosa sapesse quel terrestre su di lui. Riuscì facilmente a penetrare nei suoi pensieri, ma con enorme stupore constatò che quello che cercava era inaccessibile, come se una barriera d’acciaio difendesse quelle informazioni. Guardò negli occhi l’uomo: non dava per niente l’idea di essere un mago mentale, ma doveva stare molto attento. Cercando di nascondere la frustrazione, Jace si trovò costretto a proferir parola: “Non so di cosa stai parlando, spero che vorrai spiegarmelo.” “Dai tempo al tempo, prima di tutto, se vuoi, è necessario che ti insegniamo rapidamente a giocare. Te la senti?” Non sapeva che tipo di gioco volessero insegnarli, ma in ogni caso ormai era pronto a tutto. “Certamente.” Rispose il planeswalker con tono determinato.
L’uomo grassottello tirò fuori una scatoletta da sotto al bancone e iniziò a parlare: “Bene Jace, iniziamo. Magic: the Gathering è un gioco di carte collezionabili, come puoi vedere” disse, tirando fuori dalla scatola un mazzo di carte di vari colori e mostrandole a Jace. “Lo scopo del gioco è ridurre a zero i punti vita dell’avversario. Per farlo si utilizzano le carte, appunto. Ci sono molti tipi di carte: le creature, che possono essere usate per attaccare o difendere, gli istantanei e le stregonerie, che sono vere e proprie magie da scagliare contro i nemici, gli artefatti, manufatti magici dai molteplici utilizzi, e gli incantesimi, magie durature che rimangono in gioco per fornire effetti benefici a chi li ha giocati o svantaggi per gli avversari, e molti altri ancora, alcuni aggiunti di recente, altri qualche anno fa. Ma le carte più utili e interessanti sono le terre. Le terre permettono di giocare tutti i tipi di carte che ti ho illustrato, poiché forniscono il Mana, l’energia necessaria per lanciare magie ed evocare creature.” Jace era stupefatto. Un gioco di carte che in sostanza rappresentava… uno scontro tra due Planeswalkers? No, no, questo era veramente assurdo. Doveva essere una coincidenza. Nascose lo sbigottimento e continuò ad ascoltare. “Su quel tabellone sono illustrate le varie fasi in cui si divide un turno di gioco. Dacci un’occhiata, e quando sei pronto proviamo a fare una partita.” A Jace bastò un secondo per memorizzare il funzionamento del gioco, ma fece finta di studiare il cartellone per un quarto d’ora buono, per non destare troppi sospetti.
Quando dichiarò di essere pronto, gli fu fornito un mazzo base di un colore a sua scelta. Ovviamente scelse il blu, e sconfisse senza difficoltà Bruce, con il nero, ed Andrew, con il rosso. Mentre giocava, Jace cercò di cogliere altre allusioni al Multiverso in quel gioco, ma non riuscì a trovarne. Nessuna delle magie o delle creature rappresentate sulle carte gli erano familiari, l’unico filo conduttore comprovato tra la sua realtà e quel gioco era il presunto mana utilizzato per mettere in gioco le carte. I ragazzi con cui aveva giocato parevano molto soddisfatti dei suoi progressi. “Hai imparato molto in fretta. Adesso il negozio chiude, ma dopo cena torneremo, e sarebbe un piacere sfidarti a una partita più seria.” Gli dissero quasi all’unisono Andrew e Bruce. Il negoziante permise a Jace di restare nel negozio anche nell’orario di chiusura, dato che aveva dichiarato di non avere appetito. In realtà di fame ne aveva eccome, ma voleva assolutamente indagare in santa pace nella fumetteria, alla ricerca di indizi che gli facessero capire qual era il nesso tra Multiverso e Magic: the Gathering. Perché era sicuro che ci fosse, e non poteva ammettere che esistesse un segreto che non potesse rivelare.
Rimasto solo, per prima cosa decise di consumare la pagnotta che aveva portato con sé: la stanchezza cominciava a farsi sentire, e aveva bisogno di mettere qualcosa sotto i denti. Aprì la borsa a tracolla e iniziò a rovistarvi dentro. Si fermò quando la sua mano toccò qualcosa di poco familiare: guardò nella sacca e l’unica cosa che riuscì a fare fu restare a bocca aperta. Al posto del suo libro di magie c’era… Un mazzo di Magic. La situazione era quantomeno surreale. Per la prima volta in vita, non capiva cosa gli stava succedendo, la sua mente brillante non gli suggeriva alcuna risposta ai dubbi che lo tormentavano. Con le mani ancora tremanti, passò in rassegna le carte che aveva trovato: un buon numero di Isole, le terre che fornivano mana blu, e altre carte di quel colore. La cosa sconcertante era che ogni magia che era appuntata nel suo diario aveva ricevuto una controparte cartacea: Negare, Ordine Criptico, Contromagia, Telepatia, Elementale dell’Aria, Certezza o Finzione, Getto d’Acqua, Vagabondo Pensoso e così via. Quello era davvero il SUO mazzo. Ma perché non aveva ancora visto nessuna di quelle carte dagli altri giocatori? In un pomeriggio gli erano passate davanti centinaia di carte… Possibile che fossero sue prerogative anche nel gioco? Diede un’occhiata agli album presenti sul bancone della fumetteria, quelli che contenevano le carte comuni: niente, sembrava che quel mazzo fosse unico. Eppure quella sessantina di carte che aveva in mano rispecchiava perfettamente il Multiverso che conosceva, quello della sua giovinezza: addirittura le Isole rappresentavano scorci di Zendikar, Ravnica e Alara, i principali piani che aveva visitato. Perché nelle altre carte non riusciva a trovare questi riferimenti? Osservò meglio quelle che aveva in mano. In molte carte nei riquadri di testo, sotto gli effetti, c’erano delle scritte in corsivo, che riportavano esattamente frasi che lui o i suoi compagni planeswalker avevano detto, stralci di opere che Jace stesso aveva avuto modo di consultare, descrizioni di territori ormai lontani che i suoi piedi avevano calpestato. In pratica quelle carte raccontavano davvero le vecchie avventure sue e degli altri viaggiatori dimensionali… E se c’erano ancora persone che giocavano a quel gioco, allora significava che le nuove carte narravano episodi avvenuti in altri piani, ai margini più remoti del Multiverso che ancora lui doveva scoprire. Quindi non era tutto finito! In preda all’euforia, Jace scattò verso gli album che aveva sfogliato prima e controllò le date stampate sulle carte: 2029, 2030, 2031, 2032, 2033 le più recenti. Controllando il calendario appeso alla parete davanti a lui constatò che il 2033 era proprio l’anno corrente. Quelle che aveva trovato nella sua borsa, invece, riportavano annate come 2008, 2010, 2012, al massimo 2013. Esattamente venti anni più vecchie. Possibile che sulla Terra il tempo scorresse alla stessa velocità di quello di Ravnica? Venti anni prima era iniziato il collasso di tutti i piani che conosceva… Solo coincidenze? Cosa doveva pensare?
Mentre Jace era nel bel mezzo delle sue elucubrazioni, tornò il proprietario del negozio. Il mago si affrettò a rimettere nella borsa il mazzo di carte che vi aveva trovato. “Allora, caro Jace, hai studiato un po’ le carte?” “Sì, in effetti ho dato loro un’occhiata abbastanza approfondita e ho notato che tutte le carte nei raccoglitori sul bancone sono abbastanza recenti. Sarei curioso di vedere qualche pezzo più datato, se ne avete.” Non potendo scoprire ciò che voleva tramite la telepatia, il planeswalker si ritrovò a fare affidamento sull’oratoria. “Mh… Sì, credo di poterti far vedere i miei pezzi più vecchi.” L’uomo si tolse dal collo la chiave dorata, si chinò sotto al bancone e aprì il cassetto più in basso, tirandovi fuori un album perfettamente rilegato, con copertina in pelle e scritte argentate. Lo mise davanti a Jace e lo ammonì: “Dai pure un’occhiata, ma stai attento, hanno tutte più di vent’anni, sono oggetti di valore.” Beleren aprì il raccoglitore e rimase stupefatto: le prime carte erano di un tipo che non aveva mai visto in tutto il pomeriggio… “Planeswalker”. Ajani, Liliana, Nissa, Chandra, Gideon, Sorin, Chandra, c’erano carte che raffiguravano tutti i Viandanti che aveva conosciuto. Poi il negoziante gli mostrò una carta particolare. “Volevi sapere di più su quel tuo omonimo che conosco, giusto? Beh, eccolo.” Nel palmo della sua mano c’era “Jace Beleren”. La sua carta. Non aveva più dubbi. Per qualche strano motivo, quel gioco era riuscito a narrare la grande storia del Multiverso, e se stava continuando a farlo, se c’era ancora qualcosa da raccontare, significava che da qualche parte c’erano ancora piani che valesse la pena visitare, mondi in cui ancora esisteva la vita. Sorrise. “Effettivamente mi somiglia.” Rispose al negoziante. “Vi ringrazio per quello che avete fatto per me, ma adesso devo andare. Questo è per voi.” Lasciò cadere sul bancone qualche moneta d’oro, poi si diresse verso la porta e uscì. Ormai era notte, i grattacieli si erano illuminati e la città aveva un’aria molto più malinconica. Una leggera brezza gli accarezzava il viso. Infilò una mano nella tasca dove aveva messo il ritratto di lui e Chandra prima di partire, ma al posto del foglio dipinto ad acquerello c’erano due carte di Magic: “Jace, lo Scultore di Menti” e “Chandra, Padrona del Fuoco”. Chissà perché, ma se lo aspettava. Guardò in alto, nel nero profondo del cielo. Aveva scoperto che aveva ancora delle possibilità di tornare in azione, di sentirsi di nuovo vivo. Aveva visto le carte, sapeva dove doveva andare. E aveva capito che nonostante tutto, il Multiverso non sarebbe mai morto completamente. Chiuse gli occhi e si preparò ad un nuovo viaggio. Sì. La Magia sarebbe continuata.
Commento dell'autore
Allora, premetto che avrei un migliaio di cose da dire su questo racconto, prima fra tutte che avrei pagato centinaia di euro pur di avere qualche giorno in più per scriverlo, due settimane mi sono andate davvero troppo strette, il grosso del lavoro ho dovuto farlo quasi di corsa l’ultimo giorno possibile.
L’idea di scrivere un racconto per questo concorso mi è venuta quasi spontanea: sono negato come fotografo e come pittore, quindi raccontare una storia mi sembrava l’opzione più adatta a me. Ho scartato a priori l’idea di scrivere un articolo sul game design, come hanno fatto in molti alla fine, perché mi sembrava una tipologia di lavoro poco originale.
Sul protagonista non ho avuto dubbi: Jace Beleren è l’icona del Magic odierno, come e più di Urza ormai un bel po’ di anni fa. Inoltre, grazie ai suoi poteri mi ha facilitato molto la scrittura di alcuni passaggi: la sua telepatia e le sue capacità cerebrali fuori dal comune mi hanno risparmiato una marea di descrizioni e spiegazioni, permettendomi di non allungare all’inverosimile un racconto già troppo prolisso.
Non ho inserito immagini, che avrebbero aiutato a rendere più digeribile il racconto, per il semplice motivo che inserire qua e là un'immagine di Jace, del Multiverso, o di New York avrebbe solo spezzato il ritmo senza aggiungere niente di significativo, a mio parere. Per aumentare l'immedesimazione ho provato a scrivere qualche descrizione in stile romanzo fantasy, mentre per diluire il "wall of text" ho usato una normale divisione in paragrafi. Forse perderò punti per questa scelta ma ne prendo atto.
La prima parte del racconto, “Ricordi”, mostra un Jace disilluso, solo, in un piano abbandonato. Tutti quelli che conosce sono morti o dispersi, il Multiverso che conosce è ormai in rovina, non ha più molti motivi per vivere. Ma i ricordi lo tormentano, e prima di lasciarsi morire decide di compiere un ultimo viaggio: arriva quindi sulla Terra e scopre Magic: the Gathering, il gioco che narra le avventure del Multiverso. La scoperta gli darà la forza per avere nuovamente delle “Speranze”: potrà anche essere stato dimenticato dai più, ma lo spirito che anima i planeswalkers (quelli veri ed i giocatori di MtG) sarà sempre lo stesso.
Tutto questo per dire che fra vent’anni Magic potrà avere nuovi personaggi, ambientazioni, regole, tipi di carte (anche se il personaggio del negoziante, tra l’altro omaggio a un famosissimo amato/odiato negoziante italiano, mostra a Jace solo i tipi di carte attualmente esistenti, un po’ per facilitargli la comprensione, un po’ perché mi sembrava di cattivo gusto introdurre in quel punto una spiegazione di come penso che saranno i nuovi tipi di carte) e magari ci saremo dimenticati delle avventure di Jace, Chandra, Elspeth, Garruk, Liliana e di tutti gli altri, ma gli ideali del gioco e dei giocatori non moriranno mai. Magic continuerà a farci fare nuove esperienze, nuovi incontri, ci porterà a ridere, esultare, disperarci, a farci sentire dei veri Planeswalkers. In cinque parole: The Magic Will Go On.
Sasy
Spoiler:
Salve a tutti volevo candidarmi al contest, io mi immagino magic tra 20 anni come un gioco cartaceo cercando di tornare alla normalità in mezzo a tutta la tecnologia di oggi facendo ricordare a tutti come è iniziato, noi che giocavamo e ci divertivamo con poco e non vedere tutte le prossime generazioni giocare con troppa tecnologia. Sarebbe bello se la wizard lasciasse le immagini delle carte in bianco in modo che ogniuno di noi possa modificare le carte lasciando libera la fantasia di ogniuno (dando sempre delle tabelle per i prezi rispetto la qualità dell'imm, la tecnica ecc...). Ecco uno dei miei lavori fatti a mano in formato A4
priotto
Spoiler:
2033, Magic tra 20 anni.
Magic negli ultimi venti anni è cambiato radicalmente da come era stato pensato da Richard Garfield nel 1991. Con il passare degli anni e delle varie espansioni Magic si è lentamente evoluto in un gioco che ha appassionato e che appassiona tutt'oggi un sacco di persone. Nei prossimi venti anni non penso che Magic cambi in modo esponenziale, ma penso che rimanga molto simile a come è ora, cambiando solamente qualche abilità delle carte e qualche formato. In questo modo appassionerà le generazioni future come ha appassionato me.
-I formati
Nei prossimi venti anni i formati cambieranno molto.
1)Il Vintage e il Legacy si uniranno e costituiranno un nuovo formato ,magari chiamato Vigace. Per i giocatori di Vintage questa sarà un' unione molto sofferta e dolorosa perchè si limiteranno i bellissimi mazzi Vintage.
2)Il modern si dividerà in due parti. La prima parte si chiamerà Wild Modern e comprendera tutte le carte stampate dall'ottava edizione alla ventesima, mentre nella seconda parte che si chiamerà moyad vi saranno le carte della ventunesima edizione fino al set corrente.
3)Il pauper verra finalmente sanzionato come formato ufficiale.
4)Si creeranno altri due formati : il rised e l'invible. Entrambi saranno molto simili al Pauper , solamente che nel rised si potranno usare solamente carte rare e nell' invisible si potranno usare solo carte non comuni.
5)Le banned list cresceranno a dismisura sia quelle del Vigace , sia quelle del Wild modern e de che quelle del Commander.
-La storia
La storia di magic rimarra più o meno la stessa. Si svilupperanno le storie di Innistrad , di Alara e di zendikar. Ma soprattutto continueranno le storie dei nostri amati planeswalker che viaggeranno in nuovi e bizzarri piani che ci lascieranno con il fiato sospeso sul multiverso.
-Le abilità e le carte
Con l'avvenire di nuove espansioni vi saranno molte nuove e stravaganti abilità che ci faranno rizzare i capelli insieme a carte da paura. Quindi ora vi illustrerò alcune possibili nuove carte e le loro abilità.
Energia delle radici. G/W
(Quando una creatura che controlli blocca aggiungi un mana verde alla tua riserva.)
Questa abilità sarà molta diffusa nelle carte verdi e in alcuni casi anche in carte bianche.Questa abilità sarà molto usata nei futuri ramp, perchè permette di guadagnare molto mana durante le fasi d'attacco.
Ritorno di fiamma.R/B
(Quando questa creatura muore esiliala e nella tua prossima fase principale rimettila sul campo di battaglia con la forza e la costituzione invertite. Questa abilità può essere attivata una volta sola nella partita. )
Grazie a questa abilità molti mazzi rossi e/o neri potanno avere delle creature con forza o costituzione enormi in base alla situazione migliore. Per esempio se devo giocare in difesa mi servono creature con la costituzione molto elevata , mentre se devo attaccare e vincere velocemente la partita delle creature con forza elevata possono tornare utile.Questa abilità sarà di solito accompagnata daa attacco improvviso e/o volare.
Tymirian, vampira sanguinaria. B/R
Questa sanguinaria può essere una degna discepola del vampiro Sorin Markov.
Presagio di morte. B/G
(Fintanto che nel cimitero ci sono due o piu creature con lo stesso tipo di questa carta , essa prende due segnalini +1+1)
Questa abilità sarà molto diffusa nelle creature nere e verdi e nei mazzi aggro che giocheranno questi colori perchè permette di avere una creatura enorme avendo solamente due creature dello stesso tipo nel cimitero.
Elementalizza. U/R
(Quando questa carta finisce nel cimitero metti X pedine 2/1 elementali uguali al costo di mana di questa carta)
Con questa abilità i mazzi controllo o sparo che giocheranno il blu e/o il rosso diventeranno molto forti e molto feroci.
guerra degli eroi. W
(Quando la creatura equipaggiata viene bloccata lotta con la creatura bloccante e può riattaccare. )
Questa particolare abilità sarà escusiva degli equipaggiamenti e delle aure bianche.
-Altre novità
1) Il mana scomparirà alla fine della sottofase finale.
2) Magic si adatterà alle tecnologie di quel tempo. Per esempio se verranno inventati gli ologrammi ci saranno le carte ologrammate.
Magic negli ultimi venti anni è cambiato radicalmente da come era stato pensato da Richard Garfield nel 1991. Con il passare degli anni e delle varie espansioni Magic si è lentamente evoluto in un gioco che ha appassionato e che appassiona tutt'oggi un sacco di persone. Nei prossimi venti anni non penso che Magic cambi in modo esponenziale, ma penso che rimanga molto simile a come è ora, cambiando solamente qualche abilità delle carte e qualche formato. In questo modo appassionerà le generazioni future come ha appassionato me.
-I formati
Nei prossimi venti anni i formati cambieranno molto.
1)Il Vintage e il Legacy si uniranno e costituiranno un nuovo formato ,magari chiamato Vigace. Per i giocatori di Vintage questa sarà un' unione molto sofferta e dolorosa perchè si limiteranno i bellissimi mazzi Vintage.
2)Il modern si dividerà in due parti. La prima parte si chiamerà Wild Modern e comprendera tutte le carte stampate dall'ottava edizione alla ventesima, mentre nella seconda parte che si chiamerà moyad vi saranno le carte della ventunesima edizione fino al set corrente.
3)Il pauper verra finalmente sanzionato come formato ufficiale.
4)Si creeranno altri due formati : il rised e l'invible. Entrambi saranno molto simili al Pauper , solamente che nel rised si potranno usare solamente carte rare e nell' invisible si potranno usare solo carte non comuni.
5)Le banned list cresceranno a dismisura sia quelle del Vigace , sia quelle del Wild modern e de che quelle del Commander.
-La storia
La storia di magic rimarra più o meno la stessa. Si svilupperanno le storie di Innistrad , di Alara e di zendikar. Ma soprattutto continueranno le storie dei nostri amati planeswalker che viaggeranno in nuovi e bizzarri piani che ci lascieranno con il fiato sospeso sul multiverso.
-Le abilità e le carte
Con l'avvenire di nuove espansioni vi saranno molte nuove e stravaganti abilità che ci faranno rizzare i capelli insieme a carte da paura. Quindi ora vi illustrerò alcune possibili nuove carte e le loro abilità.
Energia delle radici. G/W
(Quando una creatura che controlli blocca aggiungi un mana verde alla tua riserva.)
Questa abilità sarà molta diffusa nelle carte verdi e in alcuni casi anche in carte bianche.Questa abilità sarà molto usata nei futuri ramp, perchè permette di guadagnare molto mana durante le fasi d'attacco.
Ritorno di fiamma.R/B
(Quando questa creatura muore esiliala e nella tua prossima fase principale rimettila sul campo di battaglia con la forza e la costituzione invertite. Questa abilità può essere attivata una volta sola nella partita. )
Grazie a questa abilità molti mazzi rossi e/o neri potanno avere delle creature con forza o costituzione enormi in base alla situazione migliore. Per esempio se devo giocare in difesa mi servono creature con la costituzione molto elevata , mentre se devo attaccare e vincere velocemente la partita delle creature con forza elevata possono tornare utile.Questa abilità sarà di solito accompagnata daa attacco improvviso e/o volare.
Tymirian, vampira sanguinaria. B/R
Questa sanguinaria può essere una degna discepola del vampiro Sorin Markov.
Presagio di morte. B/G
(Fintanto che nel cimitero ci sono due o piu creature con lo stesso tipo di questa carta , essa prende due segnalini +1+1)
Questa abilità sarà molto diffusa nelle creature nere e verdi e nei mazzi aggro che giocheranno questi colori perchè permette di avere una creatura enorme avendo solamente due creature dello stesso tipo nel cimitero.
Elementalizza. U/R
(Quando questa carta finisce nel cimitero metti X pedine 2/1 elementali uguali al costo di mana di questa carta)
Con questa abilità i mazzi controllo o sparo che giocheranno il blu e/o il rosso diventeranno molto forti e molto feroci.
guerra degli eroi. W
(Quando la creatura equipaggiata viene bloccata lotta con la creatura bloccante e può riattaccare. )
Questa particolare abilità sarà escusiva degli equipaggiamenti e delle aure bianche.
-Altre novità
1) Il mana scomparirà alla fine della sottofase finale.
2) Magic si adatterà alle tecnologie di quel tempo. Per esempio se verranno inventati gli ologrammi ci saranno le carte ologrammate.
Pandah93
Spoiler:
Salve Wizards of the Coast!
Voi meglio di chiunque altro sapete come questo meraviglioso gioco si evolverà tra 20 anni, e penso che nessuno possa dirvi che vi manchino le idee o l’immaginazione per nuovi set! Tuttavia il mondo è grande, e chissà che da qualche parte qualcuno non abbia idee originali a cui non abbiate mai pensato.
Cominciamo dunque. Se chiudo gli occhi e guardo Magic nel futuro sogno…
- molta più gente che gioca, di tutte le età e di entrambi i sessi in egual modo; e per farlo immagino giornate dedicate a Magic in ogni città, nei negozi o in spazi molto più grandi dove sono invitati tutti giocatori di ogni formato e tutti gli arbitri del luogo, dove giocatori esperti possono sfidarsi in mini tornei sanzionati con dei piccoli premi in palio e nuovi giocatori imparare a giocare con l’aiuto di arbitri simpatici e disponibili;
- Magic in tutte quelle medie o piccole città dove mancano i negozi in cui svolgere tornei e dove i giocatori sono ansiosi di giocare; o tornei regionali in quelle regioni isolate dove giocatori esperti non possono dimostrare quanto valgono;
- in futuro, 20 anni più vecchi, anche i nostri cari planeswalker saranno invecchiati e cederanno il posto ai loro successori, vedremo una Liliana che mostra i primi segni d’invecchiamento, e chissà che non nascerà una storia d’amore tra Jace e Chandra e che vedremo una loro figlia come nuovo planeswalker
- la riscoperta di tutti i formati sanzionati e for fun! Ci sono almeno 30 formati di gioco tra Constructed, Limited e Multiplayer, e la maggior parte dei giocatori non conosce nemmeno 1/3 di questi, sarebbe bello poterli rendere tutti giocabili, da formati poco conosciuti come Planechase e Commander a quelli poco giocati per via delle carte costose come Vintage. Penso dovrebbe partire prima da voi della Wizards con espansioni ben studiate e incoraggiando i negozi, poi dai negozi che incoraggiano a loro volta i player e organizzano tornei dapprima for fun per avvicinare pian piano più giocatori; oltre che per il motivo elencato prima, più interazione tra la Wizards e i giocatori di tutto il mondo penso sia una cosa molto positiva e che possa far piacere a tutti i giocatori;
- di vedere le carte che tutti amano prendere forma davanti agli occhi di un grande pubblico venuto a osservare la finale di un torneo internazionale: un Mago Lanciorapido che appare sul campo di battaglia per riportare dal cimitero una magia e neutralizzare un Fulmine che stava per portarti a 0, un Diavolo Irritante correre furioso verso l’avversario, un Angelo Flagellatore che scende dal cielo per riportare l’equilibrio sul campo di battaglia, un Emrakul colossale che sta per attaccare;
- grandi eventi sanzionati e della durata di qualche giorno dove tutti i giocatori si riuniscono in un enorme spazio tra bar e tavoli da gioco, dove ognuno porta un segno (che possa essere un bracciale o una spilla distribuiti all’entrata) che distingua i formati in cui gioca e dove, seguiti da un arbitro, è possibile sfidare chiunque a propria scelta! Ogni giocatore avrà delle vite come nei videogame, ne guadagnerà una ogni volta che vincerà una partita e ne perderà una ogni volta che la perderà, i giocatori che rimarrano con zero vite non potranno più continuare l’evento mentre quelli che arriveranno a un numero prestabilito di vite entro la fine della giornata vinceranno una medaglia e potranno accedere all’evento il giorno successivo;
Tra venti anni ci saranno anche tantissimi nuovi tipi di carte e abilità, così ho provato a immaginarne alcune, ad esempio:
nuove terre creatura
Una terra incantesimo e un’abilità simile a metallurgia ma che funziona con gli incantesimi
Un nuovo tipo di creature “mito” molto forti che si possono giocare soltanto pagando un costo speciale definito da una nuova abilità “evocare”
Un nuovo simbolo di mana che rappresenta tutti i colori in uno, così possono esistere creature di tutti i colori, e chissà perché non anche incantesimi, stregonerie ecc.
L’utilizzo di terre non solo per dare mana, come ad esempio un nuovo tipo di terra “tempio” che non dà mana e chiede il sacrificio di una terra per prenderne il posto, ma in compenso dà delle abilità
Una nuova abilità “alchimia”
E chissà perché non degli equipaggiamenti per planeswalker, o anche incantesimi aura
Un nuovo tipo di carta “sigillo” che permette la possibilità di ottenere emblemi, cosa attualmente possibile solo con alcuni planeswalker
Ed infine, tanto sperato da molti player anche se è stato confermato uno scherzo, chissà che il fustigatore capo non diventi giocato e la sua abilità reale, ed ecco come potrebbe essere insieme a nuovo tipo di pedina "equipaggiamento"
Voi meglio di chiunque altro sapete come questo meraviglioso gioco si evolverà tra 20 anni, e penso che nessuno possa dirvi che vi manchino le idee o l’immaginazione per nuovi set! Tuttavia il mondo è grande, e chissà che da qualche parte qualcuno non abbia idee originali a cui non abbiate mai pensato.
Cominciamo dunque. Se chiudo gli occhi e guardo Magic nel futuro sogno…
- molta più gente che gioca, di tutte le età e di entrambi i sessi in egual modo; e per farlo immagino giornate dedicate a Magic in ogni città, nei negozi o in spazi molto più grandi dove sono invitati tutti giocatori di ogni formato e tutti gli arbitri del luogo, dove giocatori esperti possono sfidarsi in mini tornei sanzionati con dei piccoli premi in palio e nuovi giocatori imparare a giocare con l’aiuto di arbitri simpatici e disponibili;
- Magic in tutte quelle medie o piccole città dove mancano i negozi in cui svolgere tornei e dove i giocatori sono ansiosi di giocare; o tornei regionali in quelle regioni isolate dove giocatori esperti non possono dimostrare quanto valgono;
- in futuro, 20 anni più vecchi, anche i nostri cari planeswalker saranno invecchiati e cederanno il posto ai loro successori, vedremo una Liliana che mostra i primi segni d’invecchiamento, e chissà che non nascerà una storia d’amore tra Jace e Chandra e che vedremo una loro figlia come nuovo planeswalker
- la riscoperta di tutti i formati sanzionati e for fun! Ci sono almeno 30 formati di gioco tra Constructed, Limited e Multiplayer, e la maggior parte dei giocatori non conosce nemmeno 1/3 di questi, sarebbe bello poterli rendere tutti giocabili, da formati poco conosciuti come Planechase e Commander a quelli poco giocati per via delle carte costose come Vintage. Penso dovrebbe partire prima da voi della Wizards con espansioni ben studiate e incoraggiando i negozi, poi dai negozi che incoraggiano a loro volta i player e organizzano tornei dapprima for fun per avvicinare pian piano più giocatori; oltre che per il motivo elencato prima, più interazione tra la Wizards e i giocatori di tutto il mondo penso sia una cosa molto positiva e che possa far piacere a tutti i giocatori;
- di vedere le carte che tutti amano prendere forma davanti agli occhi di un grande pubblico venuto a osservare la finale di un torneo internazionale: un Mago Lanciorapido che appare sul campo di battaglia per riportare dal cimitero una magia e neutralizzare un Fulmine che stava per portarti a 0, un Diavolo Irritante correre furioso verso l’avversario, un Angelo Flagellatore che scende dal cielo per riportare l’equilibrio sul campo di battaglia, un Emrakul colossale che sta per attaccare;
- grandi eventi sanzionati e della durata di qualche giorno dove tutti i giocatori si riuniscono in un enorme spazio tra bar e tavoli da gioco, dove ognuno porta un segno (che possa essere un bracciale o una spilla distribuiti all’entrata) che distingua i formati in cui gioca e dove, seguiti da un arbitro, è possibile sfidare chiunque a propria scelta! Ogni giocatore avrà delle vite come nei videogame, ne guadagnerà una ogni volta che vincerà una partita e ne perderà una ogni volta che la perderà, i giocatori che rimarrano con zero vite non potranno più continuare l’evento mentre quelli che arriveranno a un numero prestabilito di vite entro la fine della giornata vinceranno una medaglia e potranno accedere all’evento il giorno successivo;
Tra venti anni ci saranno anche tantissimi nuovi tipi di carte e abilità, così ho provato a immaginarne alcune, ad esempio:
nuove terre creatura
Una terra incantesimo e un’abilità simile a metallurgia ma che funziona con gli incantesimi
Un nuovo tipo di creature “mito” molto forti che si possono giocare soltanto pagando un costo speciale definito da una nuova abilità “evocare”
Un nuovo simbolo di mana che rappresenta tutti i colori in uno, così possono esistere creature di tutti i colori, e chissà perché non anche incantesimi, stregonerie ecc.
L’utilizzo di terre non solo per dare mana, come ad esempio un nuovo tipo di terra “tempio” che non dà mana e chiede il sacrificio di una terra per prenderne il posto, ma in compenso dà delle abilità
Una nuova abilità “alchimia”
E chissà perché non degli equipaggiamenti per planeswalker, o anche incantesimi aura
Un nuovo tipo di carta “sigillo” che permette la possibilità di ottenere emblemi, cosa attualmente possibile solo con alcuni planeswalker
Ed infine, tanto sperato da molti player anche se è stato confermato uno scherzo, chissà che il fustigatore capo non diventi giocato e la sua abilità reale, ed ecco come potrebbe essere insieme a nuovo tipo di pedina "equipaggiamento"
Beppos
Spoiler:
Dopo questo jace barbuto (tutti i più grandi e saggi maghi della storia hanno la barba da Merlino ad Albus Silente ) e invecchiato di 20 anni vi propongo un formato innovativo, Alliance.
Questo formato comincerà come 4fun però prenderà sempre più piede tanto che la WotC comincerà a lucrarci sopra. Già dal nome si deduce la presenza di un alleanza, infatti il giocatore combatterà al fianco di un Planeswalker. Mi spiego meglio: ogni giocatore inizierà la partita con un grimorio di 80 carte con un massimo di 2 copie per carta (eccetto le terre base), un Planeswalker in gioco e una pila di 20 carte con massimo 1 copia per carta (che andrà a costituire il grimorio del nostro alleato). Il grimorio del giocatore dovrà contenere solamente carte di una color identity diversa da quella del Planeswalker scelto come alleato, mentre il grimorio del Planeswalker potrà contenere carte solamente della color identity dell'alleato e non dovrà includere alcuna carta terra (per rendere meglio l'idea se ad esempio il mio alleato è un Ajani Vendicativo il mio grimorio potrà contenere una combinazione qualsiasi di carte che però non abbiano colori in comune con l'alleato ad esesempio , mentre il mio Ajani potrà avere nel suo mazzo carte in una qualsiasi combinazione di tranne carte che non condividono almeno un colore con esso ad esempio ). Inoltre le carte incolori potranno essere presenti solamente nel grimorio del giocatore, mentre in entrambi i grimori non potranno essere presenti carte Planeswalker. Ora mentre i giocatori lanceranno le magie normalmente per il nostro alleato funzionerà diversamente: ogni turno si rivelerà la prima carta del grimorio alleato e si potrà giocare la suddetta carta solamente se il suo costo di mana convertito sarà inferiore a quello del nostro alleato andando a consumare i punti fedeltà del Planeswalker che non potranno essere ridotti a 0 dal lancio di una magia (per intenderci se il mio alleato è Ajani Vendicativo con 3 punti fedeltà non potrò lanciare una Pioggia di Lapilli, ma potrò attivare il +1 del Planeswalker cosi che arrivi a 4 punti fedeltà così da avere tre punti da usare per Pioggia di Lapilli senza che il mio alleato si suicidi). Fino a quando la magia sulla cima del grimorio alleato non sarà lanciata non potranno essere rivelate altre carte da quel grimorio. Cimitero e carte esiliate saranno divise come lo sono i grimori. Se l'alleato muore tutte le sue carte abbandoneranno il gioco ovunque esse si trovino insieme ad esso. Un giocatore potrà produrre mana di un qualsiasi colore diverso dalla color identity dell'alleato e sarà presente una lista di carte limitate come lo è per il Commander. Le side saranno composte da un massimo di 20 carte per il giocatore e massimo 5 per l'alleato. Il resto delle regole sarà identico a quelle che saranno in vigore.
Salvo
Spoiler:
Quarant’anni e non sentirli. Chi lo avrebbe detto che la nostra amata Wizards sarebbe riuscita a raggiungere il suo quarantesimo compleanno, riuscendo ad unire l’esperienza accumulata nei tanti anni, con i suoi rari errori e tanti successi, alla giovinezza di idee sempre innovative e mai scontate?
Eppure a pochi mesi dal 2033 ecco che mamma Wizzy ci delizia con un nuovissimo prodotto, rivelandoci alcune delle sue principali caratteristiche.
“Magic: the gathering – Mana Chronicles” è infatti un prodotto unico nel suo genere, che, mettendo da parte la competitività intrinseca nel nostro amato gioco di carte collezionabili, punta tutto sul divertimento, unendo in un mix perfetto la bellezza del gioco di ruolo narrativo alle magnifiche ambientazioni che il multi universo ha da regalarci, lasciando però protagonista il gioco di carte collezionabili, riproposto in una veste completamente nuova.
Per gli ignoranti del settore (ignoranti nel senso etimologico della parola, sia chiaro), in un gioco di ruolo il giocatore creerà un alter-ego in un mondo immaginario, dove affronterà epiche battaglie in nome di un bene supremo o dei propri supremi interessi, affrontando ogni genere di creatura o avventure. In Mana Chronicles i nostri personaggi viaggeranno per tutti i piani in cerca di preziosi artefatti da recuperare o pericolosi nemici da affrontare, facendoci rivivere le tante avventure di cui abbiamo sentito il profumo nelle nostre partite a magic.
Ecco adesso un elenco delle informazioni rilasciate dalla Wizards sul nuovo prodotto:
1 Il prodotto verrà venduto in una comoda scatola adatta per un massimo di 4 giocatori, che prenderà il nome di “Starter pack”, dove sarà presente il “Mazzo Combattimento” utilizzabile dal master per controllare le creature che si frapporranno fra i giocatori e il loro obbiettivo, un set di 25 creature base che il master potrà usare nelle prime avventure, un set di 120 carte con magie utilizzabili dai giocatori, 2 pacchetti dell’espansione speciale Mana Chronicles, i dadi per la gestione della parte narrativa e il regolamento.
Ecco le informazioni sui singoli componenti:
•Il “Mazzo Combattimento” sarà composto da 60 carte, che possono appartenere ad una delle seguenti tipologie:
- Attacco fisico, assegnata ad una creatura attiverà la sua abilità di attacco fisico speciale, se presente;
- Attacco magico, assegnata ad una creatura attiverà la sua abilità di attacco magico speciale, se presente;
- Strategia, assegnata ad una creatura attiverà la sua abilità di strategia, se presente;
- Difesa fisica, assegnata ad una creatura attiverà la sua abilità di difesa fisica speciale, se presente;
- Difesa Magica, assegnata ad una creatura attiverà la sua abilità di difesa magica speciale, se presente;
- Evento, carte presenti in frequenza minore, che il master dovrà immediatamente mettere in campo non appena pescate.
Le carte Attacco Fisico, Attacco magico, Difesa fisica, Difesa magica e Strategia prendono il nome di “Carte Azione” e vanno abbinate alle creature per attivare le loro abilità speciali e permettere attacchi più potenti, mentre le carte evento vanno semplicemente giocate per usufruire del proprio effetto.
Il master controllerà i nemici che affronteranno i giocatori, ma a differenza dei normali giochi di ruolo l’esito del combattimento non potrà essere scelto da lui arbitrariamente, ma dalle carte che giocherà.
• Le 25 creature apparterranno a Theros, piano in cui siamo ritornati dopo 20 anni proprio in questi mesi, delle quali 24 presenti anche nell’espansione speciale Mana Chronicles insieme alle altre 100 carte per i master, e una creatura speciale, “Xenagos, Sterminatore di Dei”.
• 3 dadi per ogni giocatore: 1 dado a 6 facce, 1 dado a 8 facce, 1 dado a 20 facce.
• Un regolamento, poche pagine, semplice ma completo, adatto a chi vuole godersi delle serate con gli amici senza perdere troppo tempo a modificare schede o leggere pagine e pagine: il role e il gioco di carte la faranno da padrona.
2 Abbiamo già anticipato la loro presenza, quindi procediamo parlando delle creature.
Ogni carta creatura avrà due facce: il fronte, dove saranno indicati i dati della creatura necessari per il combattimento, come le statistiche e le abilità, mentre il retro conterrà tutti i dati necessari al role.
Ecco alcuni esempi di creature:
IMMAGINIx3
Questo è il fronte delle tre carte spoilerate, dove possiamo vedere le abilità attivabili tramite le “Carte Azione” e la Forza e Difesa con cui la creatura attaccherà e si difenderà. Sappiamo anche che il retro, nonostante non sia stato spoilerato, oltre ad indicare la vita della creatura, da informazioni generali su di essa, gli oggetti che si possono ricavare da essa e tante altre curiosità importanti per il role.
3 I giocatori potranno, nel puro stile del GDR, creare un personaggio della razza che preferiscono fra le principali del mondo di magic, mentre potranno scegliere la classe da una delle sei attualmente disponibili, una per ogni colore del mana:
W= Chierico: Tipicamente devoto al bene e all’equilibrio, può lottare in nome di una divinità, del prossimo o semplicemente in nome di un ideale. È specializzato nelle tecniche difensive, nell’uso di barriere magiche. Può evocare creature celestiali e, a livelli ben più alti, diventare un angelo egli stesso.
U= Mago: Spesso distaccato dalle questioni del mondo, è completamente immerso nei suoi studi nel tentativo di diventare più forte: quasi sempre neutrale, ma non è raro che si schieri dalla parte del male o del bene per i più svariati motivi. Abile soprattutto nelle magie illusorie, si destreggia comunque con discreta abilità nelle magie delle più svariate tipologie.
B= Necromante: Devoti all’oscurità, i necromanti vivono a loro agio con qualunque cosa sia morta, putrefatta e maleodorante. Che siano essi insetti, zombie, scheletri o spiriti dell’aldilà. Difficilmente abbraccia una giusta causa, preferendo ad essa il proprio tornaconto o, in alcuni casi, scegliendo il male come stile di vita.
R= Sciamano: Gli sciamani abbracciano la natura caotica del mana: controllano le forze naturali distruttive, come il fuoco e il fulmine, che spesso usano per devastare i propri nemici. Essendo devoti al caos, abbracciano una qualunque causa solo per rari motivi, preferiscono il puro piacere della distruzione.
G=Druido: I druidi abbracciano invece la natura in tutta la sua purezza: devoti al mondo vegetale o a quello animale, con il quale riescono a comunicare e stringere un rapporto profondo, sono spesso schivi nei confronti degli uomini rimanendo neutrali rispetto alle questioni del mondo. Non raramente però si uniscono a compagnie di avventurieri, o per una causa specifica o guidati dal desiderio di viaggiare e accrescere la propria conoscenza del mondo naturale. Specializzati nelle magie curative, sono spesso un ottimo supporto per il team.
A= Guerriero: Il guerriero è un coraggioso combattente: spesso abbraccia una causa a lui cara, che guida le sue scelte e il suo combattere. Usa spesso magie per evocare armi e armature delle più svariate tipologie e misure, riuscendo a cambiarle in pochi secondi per poter attaccare e difendersi sempre nel modo giusto.
4 Durante le fasi di combattimento, ogni giocatore pescherà dal suo mazzo carte pari al (livello del proprio personaggio)+1+(eventuale bonus/malus dato dal PG), che sarà il numero massimo di carte nella sua mano, da cui potrà attingere alle magie sfruttabili ogni turno. Ogni turno successivo al primo, il giocatore potrà pescare tante carte quante ne servono per raggiungere il suo numero masso, rimpiazzando così le magie perdute. Il mazzo sarà composto da 30 carte così distribuite:
• Carte evento: rappresentano quegli eventi non prevedibili, che vanno giocati immediatamente non appena pescati e influenzano il campo da gioco.
• Carte magia: le magie scelte dal giocatore del colore del proprio personaggio, che potrà usare durante il combattimento.
Le proporzioni di queste carte vanno valutate in base alla razza e alla classe del PG.
Il costo di mana delle magie serve ad indicare il numero massimo di magie giocabili in un turno, anche questo regolabile dalla classe e dalla razza del personaggio.
Ecco alcune fra le magie spoilerate.
5 Il turno sarà composto da due fasi: una di attacco di un giocatore, seguita da una di difesa dell’altro. Ogni fase è composta da due sottofasi: una in cui i giocatori o il master lancia le sue magie e le risolve, seguita da un’altra in cui dichiarano le creature attaccanti e i bersagli dei loro attacchi o in cui si calcolano i risultati del combattimento se nella fase difensiva.
6 L’espansione “Mana Chronicles” sarà costituita da 300 carte, di cui 100 sono carte Master e 200 sono carte necessarie per i giocatori. Esse saranno distribuite in normali pacchetti da 15 carte che avranno un costo medio di 2E, data l’impossibilità per le carte in esso contenute di guadagnare valore.
Per adesso le nostre informazioni si concludono qui, ma c’è già tanta carne al fuoco su cui meditare e fantasticare. Siamo certi che questo innovativo prodotto riuscirà a far innamorare tanto i giocatori di magic, quanto coloro che ormai hanno messo da parte i loro mazzi per i più svariati motivi: tutti troveranno in "Magic the Gathering - Mana Chronicles" una possibilità di divertimento nel mondo di Magic priva della competitività e dell'impegno che il gioco di carte collezionabili richiede.
Noi siamo convinti che sarà qualcosa di rivoluzionario, conoscendo il successo che le tante trovate della Wizards hanno ottenuto negli anni, ma solo il tempo ci darà conferme, quindi per il momento un saluto e buone rolate a tutti
Salvo
Eppure a pochi mesi dal 2033 ecco che mamma Wizzy ci delizia con un nuovissimo prodotto, rivelandoci alcune delle sue principali caratteristiche.
“Magic: the gathering – Mana Chronicles” è infatti un prodotto unico nel suo genere, che, mettendo da parte la competitività intrinseca nel nostro amato gioco di carte collezionabili, punta tutto sul divertimento, unendo in un mix perfetto la bellezza del gioco di ruolo narrativo alle magnifiche ambientazioni che il multi universo ha da regalarci, lasciando però protagonista il gioco di carte collezionabili, riproposto in una veste completamente nuova.
Per gli ignoranti del settore (ignoranti nel senso etimologico della parola, sia chiaro), in un gioco di ruolo il giocatore creerà un alter-ego in un mondo immaginario, dove affronterà epiche battaglie in nome di un bene supremo o dei propri supremi interessi, affrontando ogni genere di creatura o avventure. In Mana Chronicles i nostri personaggi viaggeranno per tutti i piani in cerca di preziosi artefatti da recuperare o pericolosi nemici da affrontare, facendoci rivivere le tante avventure di cui abbiamo sentito il profumo nelle nostre partite a magic.
Ecco adesso un elenco delle informazioni rilasciate dalla Wizards sul nuovo prodotto:
1 Il prodotto verrà venduto in una comoda scatola adatta per un massimo di 4 giocatori, che prenderà il nome di “Starter pack”, dove sarà presente il “Mazzo Combattimento” utilizzabile dal master per controllare le creature che si frapporranno fra i giocatori e il loro obbiettivo, un set di 25 creature base che il master potrà usare nelle prime avventure, un set di 120 carte con magie utilizzabili dai giocatori, 2 pacchetti dell’espansione speciale Mana Chronicles, i dadi per la gestione della parte narrativa e il regolamento.
Ecco le informazioni sui singoli componenti:
•Il “Mazzo Combattimento” sarà composto da 60 carte, che possono appartenere ad una delle seguenti tipologie:
- Attacco fisico, assegnata ad una creatura attiverà la sua abilità di attacco fisico speciale, se presente;
- Attacco magico, assegnata ad una creatura attiverà la sua abilità di attacco magico speciale, se presente;
- Strategia, assegnata ad una creatura attiverà la sua abilità di strategia, se presente;
- Difesa fisica, assegnata ad una creatura attiverà la sua abilità di difesa fisica speciale, se presente;
- Difesa Magica, assegnata ad una creatura attiverà la sua abilità di difesa magica speciale, se presente;
- Evento, carte presenti in frequenza minore, che il master dovrà immediatamente mettere in campo non appena pescate.
Le carte Attacco Fisico, Attacco magico, Difesa fisica, Difesa magica e Strategia prendono il nome di “Carte Azione” e vanno abbinate alle creature per attivare le loro abilità speciali e permettere attacchi più potenti, mentre le carte evento vanno semplicemente giocate per usufruire del proprio effetto.
Il master controllerà i nemici che affronteranno i giocatori, ma a differenza dei normali giochi di ruolo l’esito del combattimento non potrà essere scelto da lui arbitrariamente, ma dalle carte che giocherà.
• Le 25 creature apparterranno a Theros, piano in cui siamo ritornati dopo 20 anni proprio in questi mesi, delle quali 24 presenti anche nell’espansione speciale Mana Chronicles insieme alle altre 100 carte per i master, e una creatura speciale, “Xenagos, Sterminatore di Dei”.
• 3 dadi per ogni giocatore: 1 dado a 6 facce, 1 dado a 8 facce, 1 dado a 20 facce.
• Un regolamento, poche pagine, semplice ma completo, adatto a chi vuole godersi delle serate con gli amici senza perdere troppo tempo a modificare schede o leggere pagine e pagine: il role e il gioco di carte la faranno da padrona.
2 Abbiamo già anticipato la loro presenza, quindi procediamo parlando delle creature.
Ogni carta creatura avrà due facce: il fronte, dove saranno indicati i dati della creatura necessari per il combattimento, come le statistiche e le abilità, mentre il retro conterrà tutti i dati necessari al role.
Ecco alcuni esempi di creature:
IMMAGINIx3
Questo è il fronte delle tre carte spoilerate, dove possiamo vedere le abilità attivabili tramite le “Carte Azione” e la Forza e Difesa con cui la creatura attaccherà e si difenderà. Sappiamo anche che il retro, nonostante non sia stato spoilerato, oltre ad indicare la vita della creatura, da informazioni generali su di essa, gli oggetti che si possono ricavare da essa e tante altre curiosità importanti per il role.
3 I giocatori potranno, nel puro stile del GDR, creare un personaggio della razza che preferiscono fra le principali del mondo di magic, mentre potranno scegliere la classe da una delle sei attualmente disponibili, una per ogni colore del mana:
W= Chierico: Tipicamente devoto al bene e all’equilibrio, può lottare in nome di una divinità, del prossimo o semplicemente in nome di un ideale. È specializzato nelle tecniche difensive, nell’uso di barriere magiche. Può evocare creature celestiali e, a livelli ben più alti, diventare un angelo egli stesso.
U= Mago: Spesso distaccato dalle questioni del mondo, è completamente immerso nei suoi studi nel tentativo di diventare più forte: quasi sempre neutrale, ma non è raro che si schieri dalla parte del male o del bene per i più svariati motivi. Abile soprattutto nelle magie illusorie, si destreggia comunque con discreta abilità nelle magie delle più svariate tipologie.
B= Necromante: Devoti all’oscurità, i necromanti vivono a loro agio con qualunque cosa sia morta, putrefatta e maleodorante. Che siano essi insetti, zombie, scheletri o spiriti dell’aldilà. Difficilmente abbraccia una giusta causa, preferendo ad essa il proprio tornaconto o, in alcuni casi, scegliendo il male come stile di vita.
R= Sciamano: Gli sciamani abbracciano la natura caotica del mana: controllano le forze naturali distruttive, come il fuoco e il fulmine, che spesso usano per devastare i propri nemici. Essendo devoti al caos, abbracciano una qualunque causa solo per rari motivi, preferiscono il puro piacere della distruzione.
G=Druido: I druidi abbracciano invece la natura in tutta la sua purezza: devoti al mondo vegetale o a quello animale, con il quale riescono a comunicare e stringere un rapporto profondo, sono spesso schivi nei confronti degli uomini rimanendo neutrali rispetto alle questioni del mondo. Non raramente però si uniscono a compagnie di avventurieri, o per una causa specifica o guidati dal desiderio di viaggiare e accrescere la propria conoscenza del mondo naturale. Specializzati nelle magie curative, sono spesso un ottimo supporto per il team.
A= Guerriero: Il guerriero è un coraggioso combattente: spesso abbraccia una causa a lui cara, che guida le sue scelte e il suo combattere. Usa spesso magie per evocare armi e armature delle più svariate tipologie e misure, riuscendo a cambiarle in pochi secondi per poter attaccare e difendersi sempre nel modo giusto.
4 Durante le fasi di combattimento, ogni giocatore pescherà dal suo mazzo carte pari al (livello del proprio personaggio)+1+(eventuale bonus/malus dato dal PG), che sarà il numero massimo di carte nella sua mano, da cui potrà attingere alle magie sfruttabili ogni turno. Ogni turno successivo al primo, il giocatore potrà pescare tante carte quante ne servono per raggiungere il suo numero masso, rimpiazzando così le magie perdute. Il mazzo sarà composto da 30 carte così distribuite:
• Carte evento: rappresentano quegli eventi non prevedibili, che vanno giocati immediatamente non appena pescati e influenzano il campo da gioco.
• Carte magia: le magie scelte dal giocatore del colore del proprio personaggio, che potrà usare durante il combattimento.
Le proporzioni di queste carte vanno valutate in base alla razza e alla classe del PG.
Il costo di mana delle magie serve ad indicare il numero massimo di magie giocabili in un turno, anche questo regolabile dalla classe e dalla razza del personaggio.
Ecco alcune fra le magie spoilerate.
5 Il turno sarà composto da due fasi: una di attacco di un giocatore, seguita da una di difesa dell’altro. Ogni fase è composta da due sottofasi: una in cui i giocatori o il master lancia le sue magie e le risolve, seguita da un’altra in cui dichiarano le creature attaccanti e i bersagli dei loro attacchi o in cui si calcolano i risultati del combattimento se nella fase difensiva.
6 L’espansione “Mana Chronicles” sarà costituita da 300 carte, di cui 100 sono carte Master e 200 sono carte necessarie per i giocatori. Esse saranno distribuite in normali pacchetti da 15 carte che avranno un costo medio di 2E, data l’impossibilità per le carte in esso contenute di guadagnare valore.
Per adesso le nostre informazioni si concludono qui, ma c’è già tanta carne al fuoco su cui meditare e fantasticare. Siamo certi che questo innovativo prodotto riuscirà a far innamorare tanto i giocatori di magic, quanto coloro che ormai hanno messo da parte i loro mazzi per i più svariati motivi: tutti troveranno in "Magic the Gathering - Mana Chronicles" una possibilità di divertimento nel mondo di Magic priva della competitività e dell'impegno che il gioco di carte collezionabili richiede.
Noi siamo convinti che sarà qualcosa di rivoluzionario, conoscendo il successo che le tante trovate della Wizards hanno ottenuto negli anni, ma solo il tempo ci darà conferme, quindi per il momento un saluto e buone rolate a tutti
Salvo