Liliana
Liliana osservò con orrore lo spazio vuoto che Jace aveva occupato fino a solo un istante prima. Il combattimento contro Bolas era un disastro, come aveva temuto. Sperava ancora che Jace potesse inventarsi qualcosa, quando lo udì urlare dal tormento. Era un urlo che lei conosceva bene... l’urlo di chi stava per morire. L’urlo primordiale della vita che non voleva terminare.
Liliana tremò. Non poteva essere morto. È andato su un altro piano prima della fine. L’ho visto. È vivo.
"Quello era il vostro maestro della mente, vero? Ne avete uno di riserva? Non vedo l’ora che arrivi; altrimenti, prometto di non ascoltare, quando urlate tra voi". Nicol Bolas si soffermò su ogni parola, con la voce che tuonava in ogni parte della piazza, accentuata solo dai continui sbam di Gideon contro la parete.
Liliana si infuriò. Sapeva che questo combattimento con Nicol Bolas era un’idea terribile e ogni errato intervento e distrazione per aiutare gli abitanti condannati di questo piano erano solo una conferma della sua certezza. Il gruppo era lacerato, confuso e non nelle condizioni di affrontare un Planeswalker potente come Bolas. Se non avesse spinto il gruppo oltre il punto di rottura con le sue macchinazioni per sconfiggere Razaketh, se ne sarebbe già andata da tempo. Molte volte aveva valutato la possibilità di abbandonare il gruppo invece di rimanere con loro, ma aveva sempre deciso che valesse la pena investire su di loro.
Forse la sua scelta era stata sbagliata.
Ma quella non era la sua unica ragione di essere furiosa. Molto tempo prima, su Innistrad, aveva confrontato le sue emozioni per Jace con quelle che si possono provare per un animale domestico. Il ragazzo era rimasto colpito dalle sue frasi dette apposta.
Liliana voleva bene ai suoi animali domestici. Di solito, intervenire su chi le era caro era una scelta letale. Non vedeva l’ora di mostrare anche a Bolas le conseguenze della sua follia.
Sì, usaci. Scatena il tuo pieno potere, sussurrò il Velo di Catena appeso al suo fianco.
Non sei mai stata così sciocca da pensare di poter vincere questa battaglia, Liliana, le sussurrò l’uomo corvo.
Forse era quella la ragione principale del suo furore. Voleva che la sua mente appartenesse solo a lei.
Per combattere Bolas, sapeva che avrebbe dovuto utilizzare il Velo di Catena, con gli spiriti dei morti Onakke. Le donavano un enorme potere, ma un potere che aveva sempre un costo. Ogni volta che lo utilizzava, rischiava la morte o la completa schiavitù nei confronti degli spiriti Onakke che conteneva. Nessuno di questi due destini sarebbe stato tollerabile.
Ci fu un istante di quiete, nel momento in cui Chandra e Nissa rimasero traumatizzate per la perdita di Jace. Nessuna delle tre era riuscita a ottenere nulla di efficace con i loro sforzi contro il drago. Nicol Bolas si voltò verso Liliana e sorrise, un’esposizione grottesca di zanne e arroganza che Liliana trovò repellente, anche perché riconobbe che anche lei aveva la tendenza a offrire lo stesso sorriso ai nemici sconfitti.
"Liliana Vess. Sono lieto di rivederti. Hai un colorito decisamente... in salute". Bolas non cercò neanche di mascherare la sua aria di superiorità.
Le sue dita si mossero verso il Velo. "Ti ucciderò, Bolas. Assisterò alla tua morte e poi rianimerò il tuo cadav...".
"Ma smettila", la interruppe Nicol Bolas. "Questi ragazzini avevano perso questa battaglia ancor prima di essere nati. Tu lo sai bene. In questo gruppo, solo tu conosci il significato del vero potere. In questo gruppo, solo tu conosci il significato che il vero potere può tornare ad avere".
Il drago non stava mentendo, ma lei ripensò all’urlo finale di Jace e alla sua fuga verso un altro piano. Le rune incise sul suo corpo e sul suo volto brillarono di un viola oscuro, con il Velo che continuava a sussurrare. Non è alla tua altezza, se sfrutti il nostro potere. Usaci!
Il drago abbassò la testa e si avvicinò a Liliana, dando un tono leggero e docile alla sua voce. "Lo capisco, Liliana. Tu ti sei unita a loro, fiduciosa della tua capacità di manipolazione. Ma il problema del circondarti di sciocchi è... questo". Il drago roteò la testa, rendendo visibile il resto della scena, nel momento in cui Chandra e Nissa si stavano avvicinando per elaborare un nuovo piano.
Ogni sua parola era la verità e la verità era insopportabile per lei. Accarezzò il Velo di Catena e attinse il potere di cui aveva bisogno. Sì, urlarono le voci all'interno di quelle maglie dorate, sì, lo distruggeremo!
Il drago continuò a parlare con tono tranquillo. "Liliana, sai come utilizzare il Velo di Catena in modo che non squarci la tua pelle e non risucchi la tua vita? Sai come fare per obbligare gli spiriti Onakke a servirti come loro dominatrice, invece di andare incontro alla distruzione della tua anima e del tuo corpo? Io lo so, Liliana. Io lo so".
Sta mentendo! urlò l’Onakke nella sua testa. Intruso! Lo schiacceremo! .
Lo sai che sta dicendo la verità, Liliana. Ti può aiutare. L’uomo corvo.
Tacete! ringhiò contro tutte le voci nella sua testa, che misericordiosamente si fecero silenti. Era sfinita. Nicol Bolas sapeva veramente come utilizzare correttamente il Velo di Catena? Un giorno o l’altro, l’avrebbe uccisa. A ogni utilizzo aveva la dimostrazione di non dominarlo, in quanto devastava il suo corpo e la sua mente.
"Sì, è un’arma maligna nelle mani di chi non la sa utilizzare. Un testamento al tuo potere e alle tue capacità è il fatto che non ti abbia ancora uccisa. Io posso aiutarti a sbloccare il suo potere, Liliana. Si tratta di vero potere."
Liliana lasciò scivolare il Velo sul fianco. Diede un’occhiata a Gideon. Era rimasto cupamente stoico durante tutta la sua ordalia di giocattolo di Bolas e continuava ad andare a finire contro il muro che si stava sgretolando. Da te, Gideon, ho bisogno di più di questo stoico silenzio, si disse. Liliana detestava non essere conscia delle sue mosse successive.
Bolas la osservò, con i neri occhi colmi di malvagità. "Ti posso garantire una cosa: che tu utilizzi il Velo oppure no, se combatti con me oggi, morirai. Io sono un telepate migliore del tuo mago mentale, sono più distruttivo della tua maga del fuoco, più potente della tua elementalista e sono un migliore generale del tuo presunto tattico. Il fatto che ognuno di voi abbia vissuto così a lungo è solo in funzione di quanto utili potreste essere per me".
Gideon, Nissa e Chandra si avvicinarono, insieme. Gli occhi di Nissa brillavano di un verde intenso e il terreno tremava sotto i suoi piedi, sollevandola di vari centimetri. "Le tue sono menzogne, drago", ringhiò, con un’espressione contorta in una rara dimostrazione di rabbia.
Lui si voltò verso di lei, con un volto disorientato. "Menzogne? Io? Guardati intorno, elfa. Che bisogno avrei io di nascondere qualcosa?". Il rombo sotto i piedi di Nissa si fece più turbolento.
Bolas si raddrizzò e la sua forma imponente torreggiò di nuovo su di loro. "Liliana. Vai. Fuggi, se vuoi vivere. Il luogo più sicuro nel multiverso è dove puoi essermi utile".
Non avrebbero vinto quel giorno. Questo era evidente. Come aveva detto Bolas, questi ragazzini avevano perso questa battaglia ancor prima di essere nati. Era vero. Per cosa stavano combattendo? Per morire? Era grottesco, anche per loro. Osservò di nuovo il punto in cui si trovava Jace e le sue urla strazianti riecheggiarono nella sua mente. Sentì qualcosa di umido nell’angolo degli occhi, ma si costrinse a rimuoverlo, rifiutandosi di mostrare la sua debolezza.
Non seppe ciò che la fece voltare verso gli altri, ma lo fece e le parole uscirono prima che potesse fermarle.
"Venite con me. Abbiamo perso. Ve ne accorgete, vero? Oggi non vinceremo. Possiamo radunarci di nuovo, ritrovare Jace e decidere il da farsi". Non si preoccupò del fatto che Bolas potesse udirla; lui sapeva che loro non avrebbero avuto alcuna possibilità quel giorno e non credeva che l’avrebbero mai avuta.
Ha ragione, sussurrò l’uomo corvo. Il Velo di Catena rimase silente.
Chandra distolse lo sguardo da Liliana. Nissa scosse la testa. La rabbia sul volto di Gideon era evidente, ma non discusse e non cercò di farle cambiare idea. Lei non era abituata al turbinio di emozioni che stava provando. Sarebbe stato meglio andarsene, senza preoccuparsi del loro destino.
"Vi prego. Se rimanete qui, morirete. Non deve finire così". Detestò il tono di supplica nella sua voce, ma non smise di parlare.
Loro non risposero.
Lei si voltò di nuovo verso Bolas. "Dove... dove vuoi che io vada?". Deglutì in maniera disagiata, trovando difficile pronunciare quella frase.
"No!", gridò Chandra. "No! Ci siamo fidati di te! Io mi sono fidata di te! No!". La testa e le mani di Chandra vennero avvolte dalle fiamme. Tu sapevi con chi avevi a che fare, ragazzina. Lo sapevi. Non riuscì a pronunciare quelle parole a voce alta.
"Lontano", disse Bolas. "Lontano. Ti troverò e poi ne parleremo. Avremo molti argomenti da discutere. Ora vai, Liliana Vess".
Le sue scelte la portavano sempre a quel punto. Un altro tradimento. Un’altra delusione. Un’altra trappola. Quella era la consolazione che trovava nei morti. Non si sentivano traditi. Non si sentivano delusi. Non potevano guardarla negli occhi con un’espressione di dolore e di rabbia nei loro.
Guardò Chandra e si chiese se avrebbe dovuto abbatterla per sopravvivere. L’aria intorno a lei si stava facendo molto calda. Non ti voglio uccidere, Chandra.
Allora vattene, sussurrò l’uomo corvo.
Era una delle poche volte in cui era stata d’accordo con quella dannata voce. Si circondò di un’aura brillante di energia oscura e svanì nel vuoto... e le sue lacrime furono finalmente libere di cadere nello spazio vuoto tra i mondi.
In realtà Liliana aveva già ceduto prima alle lusinghe di Bolas, che gli aveva detto che avevano degli accordi da negoziare....
Solamente Gideon (intento a rimbalzare contro un muro..) ed Jace (già su Ixalan) non ne erano al corrente...
In seguito verrà detto che anche questo era parte di un piano estremamente articolato pensato da Jace, bla bla bla....